Elettrotecnica, macchine e dispositivi elettrici a tensione di rete, impianti, elettrodomestici, elettromeccanica, ecc.
#4042
Permetterai che, se dobbiamo " lasciamo stare la sensatezza", si può fare qualsiasi cosa.

Ma a me sembra che tu perda un pezzo del problema: che alimenti un inverter con batterie, condensatori, mezzi limoni o le pile di Bagdad non ha nessuna importanza. Un inverter trasforma la cc in ca e poco gli importa da dove venga la cc.
Il problema è: dove prendi l'energia per caricare pile e condensatori?
Dal sole? E perchè allora abbassare drasticamente un rendimento già basso per caricare pile e condensatori (che poi hanno il vizietto dell'autoscarica)?
Già passare dal sole alla dc con i mezzi attuali il rendimento è basso. Figurati caricare pile AA da "scambiare" come bitcoin.
Oltre al fatto che vita di batterie e accumulatori è limitata e quindi c'è anche il costo di questi.

Per caricare pile et similia devi avere pannello, regolatore, batterie. Tutte cose che hanno un costo, che, per piccole potenze, non ammortizzeresti mai; ovvero spendi più di quello che ricavi. Che senso ha?
Lasciando stare l'inesistenza di inverter per puffi e del non secondario fatto che nessun ente considererebbe la cosa.

Però, in base all'assunto iniziale, todo se puede: fa pure.
Bios ringraziano
#4044
Anche non considerando l'aspetto economico, c'è un dettaglio tecnico che rema contro l'idea già a livello di principio: l'energia elettrica della rete pubblica non è un bene materiale in scatola che viene preparato in anticipo e conservato in magazzino in attesa della vendita.
L'energia elettrica sulla rete pubblica viene prodotta in tempo reale, cioè nell'esatto momento in cui viene distribuita verso le utenze.
Quando acquisti energia elettrica non entri in possesso di un bene materiale durevole, quale potrebbe essere, ad esempio, un'autovettura. Quando acquisti energia elettrica paghi per un servizio legato anche al tempo che passa, paragonabile quindi ad una corsa in taxi.
Il fatto che l'energia venga misurata e venduta in kWh (kilowattora), e non in kW soltanto, ti suggerisce che stai pagando una risorsa legata al tempo.
Nessun elettrodomestico sarebbe utile se ricevesse energia soltanto per un attimo.
Pensa ad una gara di canottaggio dove otto robusti atleti vogano in perfetta sincronia ad un ritmo prestabilito: come potresti aiutarli, in concreto, a far correre di più il natante? In primo luogo dovresti essere almeno robusto e allenato quanto loro, e poi dovresti uniformarti al ritmo senza incrociare i remi fuori tempo e senza perdere nemmeno un colpo.
La tua idea di aggiungere energia in rete attingendo ad una o più fonti non continue, di bassa potenza, slegate fra loro, equivale al tentativo di far correre di più l'imbarcazione presentando all'equipaggio di robusti e allenati canottieri uno o più bimbetti di tre anni con in mano un cucchiaino di plastica. :)
La canoa esiste già; gli atleti esistono già; bimbi e cucchiai esistono già; ma purtroppo non si vede alcuna maniera efficace per combinare il tutto affinché emerga un solo beneficio anche minimo a fronte di tante certezze negative enormi.
#4047
MARIANO: Oh Baccano, i che fà i tu' figliolo?
BACCANO: Madonna sta bono, gliè 2 ore che gonfia 'sto cambellone, un sò se gliè lui a gonfia' il ciambellone o il ciambellone che gonfia lui!

Leonardo Pieraccioni & Massimo Ceccherini - tratto da Una Moglie Bellissima

Tecnicamente non è impossibile realizzare un dispositivo che funga da interfaccia per collegare il ragazzino al ciambellone, cioè una piccola batteria alla grande rete elettrica pubblica, ma la risposta conclusiva, a mio parere, è ancora un no, semplicemente perché, al pari dell'aria compressa, se con tale interfaccia vuoi aggiungere un bar in un tubo sottoposto a 10 bar, lo devi fare "spingendo" a 11 bar, altrimenti ottieni l'effetto comico opposto.
Considera pure che, nel film citato sopra, il "ciambellone" è appena più grande del ragazzino; nella realtà, la rete è milioni di volte più grande delle comuni batterie.
Bios ringraziano
#4071
A livello tecnologico, senza nessun riferimento alla fattibilità pratica/economica/burocratica, mandare piccole (piccole dell'ordine di grandezza di cui si è parlato) quantità di energia in rete costa, in termini energetici (energia spesa per la fabbricazione dei componenti) molto più della quantità di energia recuperata durante la vita attiva del sistema.
#4083
Filippo20 ha scritto: [CUT]qualora si volesse utilizzare l'energia come moneta ...... occorrerebbe trasportare l'energia da "barattare" con il prodotto (un caffè ad esempio ...... e quando avrebbe raggiunto la quota di energia equivalente potrebbe usufruire del caffè )....... Il problema è lo stoccaggio e pertanto essendo quantità minime ma con molte persone partecipanti la cosa evidentemente più conveniente da fare sarebbe quella di mandarle tutte direttamente in rete. [CUT]


Le tue parole lasciano intendere che tu stia valutando l'uso dell'energia elettrica come MONETA e l'uso della rete elettrica come BANCA.
Se è così (ma forse sbaglio io) le tue domande assumono una loro coerenza ed in questo contesto provo a rispondere alla tua domanda.

SI, è tecnicamente ed amministrativamente possibile inserire in rete energia comunque prodotta e c'è già tutto pronto e disponibile sul mercato. Per la parte tecnica serve un inverter (omologato) mentre per la parte amministrativa serve un contratto di scambio sul posto (o quello che c' è adesso con gli ultimi sviluppi normativi) col gestore. Per conteggiare quanta energia (chilowattore) inserisci in rete serve il contatore bidirezionale e quelli che stanno montando in questi giorni lo sono.

Tuttavia per completare la risposta occorre aggiungere qualche considerazione sui costi e sugli investimenti necessari.
1) l'inverter CONSUMA ENERGIA per funzionare, quindi se vuoi immettere 1000 wattora in rete, 100 servono per far funzionare l'inverter e solo 900 vanno effettivamente in rete. LA relazione NON è lineare se produci 100 wattore l'inverter ne consuma 50 per funzionare e se non produci nulla l'inverte consuma e comunque 40 wattora. (i numeri sono esemplificativi per rendere l'idea).
2) il contratto col gestore CONSUMA QUATTRINI: l'energia che immetti in rete ti viene pagata 10 centesimi a chilowattore mentre quella che prelevi la paghi 15 centesimi (anche questi numeri sono esemplificativi)
3) le transazioni (un caffè contro 10 chilowattore) CONSUMANO QUATTRINI: qualcuno deve pur tenere i conti e certo non lo fa gratis ma vuole una percentuale proprio come fanno le banche con i commercianti che accettano i pagamenti bancomat
4) Ai costi vanno aggiunti gli ammortamenti: se l'inverter (materiali, installazione e consulenza) costa 1000 euro e dura 10 anni prima di buttarlo, tutto va come se ogni anno tu spendessi 100 euro, sempre che non si rompa prima e tu debba spendere quattrini per riparalo.

La tua MONETA ENERGETICA avrebbe una connotazione a interesse negativo: ogni volta che passa di mano diminuisce il proprio valore (le monete a valore decrescente esistono già) perchè si deve pagare una commissione all'inverter, al contratto di scambio, al gestore dei conti ed all'ammortamento.

La morale puo' essere riassunta nella parola RENDIMENTO dell'operazione in un arco temporale definito
VALORE FINALE = VALORE INIZIALE X (1-K1) - K2
dove K1 è la percentuale dei costi variabili tecnici ed amministrativi (produzione/scambio) mentre K2 è il valore dei costi fissi (quelli che ci sono sempre)

Inutile dire che ci guadagna sempre è solo chi incassa le commissioni sulle transazioni ......
Bios ringraziano
#4658
Attualmente, non è possibile immettere in rete energia se non a mezzo di impianto fotovoltaico (anche eolico) certificato e collaudato, corrispondente a normative vigenti e solo se allacciato a mezzo di apposito iter burocratico.

Sempre attualmente, gli unici prodotti certificati in grado di accumulare energia per poi immetterla in rete sono inverter con batterie (personalmente consiglio quelle al ferro fosfato).

Esiste già un sistema di monetizzazione: è la convenzione in scambio sul posto con il GSE.
In sostanza l'energia prodotta e non consumata viene virtualmente "accantonata" in rete per essere consumata in periodi di bisogno, ovvero quando l'impianto non sta producendo abbastanza energia.
Se alla fine dell'anno si dispone di energia accantonata e non consumata, questa verrà monetizzata.

Si dice che a breve termine le batterie tradizionali per impianti fotovoltaici verranno soppiantare da quelle a supercondensatori, alcuni produttori di ups le stanno cominciando a commercializzare.
GioRock ringraziano
#4863
Però è appena il caso di dire che l'uso della energia elettrica come moneta è uno degli investimenti, in termini monetari, meni funzionali che sia possibile realizzare, in primo luogo per il costo dei mezzi necessari a produrla, in secondo luogo per la estrema deperibilità della stessa, nel momento in cui hai prodotto un tot di questa "moneta" e la vuoi depositare in banca occorre che vi sia necessariamente e immediatamente un altro cliente che ne necessità altrimenti devi spendere ulteriori risorse per "distruggere" (dissipare) tale risorsa. Il sistema funziona solo (fonti rinnovabili, solari, eoliche etc.) se il totale della risorsa prodotta in qiesto modo è di quantità piccola rispetto a quella totale circolante in rete, in modo che l'eventuale surplus possa essere assorbito dalla riduzione corrispondente di risorsa tradizionale. Inoltre ogni singolo apporto non può essere troppo piccolo per evitare la complicazione del sistema di controllo della rete. (Smart Grid etc)
Dimmer su aspirazione

Ciao a tutti ho una ventola di aspirazione in came[…]

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