Elettrotecnica, macchine e dispositivi elettrici a tensione di rete, impianti, elettrodomestici, elettromeccanica, ecc.
#3272
Il variatore in oggetto ha un range da 40 a 500W e se utilizzato per regolare la tensione di lampade led dimmerabili da circa 10/15 w ha difficoltò per l'accensione. la lampada lampeggia e si accende solo al max del regolatore.
Avete qualche idea per risolvere questo problema ?

grazie a chi risponderà ciao Ivo

Spostato in 230&400
Bios
#3273
Hai postato nella sezione errata, qui in amicizia ci si saluta e ci si presenta prima di porre qualsiasi domanda, esattamente come si fa nella vita reale quando non si è davanti un monitor.
Una volta provveduto ai convenevoli, dopo si possono porre i propri quesiti. Pertanto, sei invitato ad aprire un nuovo thread in presentazioni, dopo continueremo la discussione.

Grazie.
#3277
strano che si presti attenzione ai "convenevoli", cosa desideri che ti dica...che ho 63 anni...che sono un elettrotecnico, che vorrei porre un quesito alla vs attenzione?

ora l'ho detto e ripropongo il quesito nella speranza di avere un'illuminazione grazie se sarà così

ivo pellegrini

Il variatore in oggetto ha un range da 40 a 500W e se utilizzato per regolare la tensione di lampade led dimmerabili da circa 10/15 w ha difficoltà per l'accensione. la lampada lampeggia e si accende solo al max del regolatore.
Avete qualche idea per risolvere questo problema ?
#3280
sinergypn ha scritto:... Il variatore in oggetto ha un range da 40 a 500W e se utilizzato per regolare la tensione di lampade led dimmerabili da circa 10/15 w ha difficoltò per l'accensione. la lampada lampeggia e si accende solo al max del regolatore.

E' probabile che regolatore e lampada non siano compatibili. Il fatto che il regolatore venga qualificato con una gamma, da 40 a 500W, anziché con la sola indicazione del limite massimo, lascia supporre che abbia difficoltà ad operare su potenze molto basse. Dal punto di vista tecnico, ii circuito del regolatore sfrutta il principio della parzializzazione d'onda, lasciando passare l'energia per un certo intervallo di tempo invece che in permanenza. Come saprai, essendo elettrotecnico, l'energia prelevabile dalle prese domestiche è concettualmente diversa da quella fornita da una pila o dalla batteria dell'auto. Dalle prese esce energia che varia continuamente cinquanta volte al secondo (i famosi 50 Hertz, o 50 Hz) con un profilo "sinuoso" che, all'oscilloscopio o sui libri scolastici, può comparire come una collinetta seguita da un avvallamento di uguale superficie. In altri termini, vedi una gobba verso l'alto e poi una gobba identica rovesciata, cioè con la punta in basso. Se immagini che il tempo scorra in orizzontale, puoi farti un'idea precisa del comportamento della fornitura: nei punti in cui il profilo sinuoso si allontana verso l'alto e verso il basso da un ipotetico livello centrale quantificato come zero, l'energia assume un valore diverso da zero. Sappiamo che la gobba e la fossa si succedono ripetutamente cinquanta volte al secondo, e da ciò desumiamo la durata dell'intero profilo campione: un cinquantesimo di secondo, cioè 20 millesimi di secondo (20 millisecondi, abbreviato in 20 mS). Per comodità possiamo esaminare solo la gobba, e stabilire che duri la metà dell'intero periodo, cioè 10 mS. Ebbene, in questi 10 mS l'energia assume due volte un livello zero, e nel mezzo sale fino ad un massimo (raggiunto dopo 5 mS) e poi ridiscende in modo graduale. La fosse è identica, solo che l'energia sale e scende al contrario, nel senso che assume valori negativi rispetto alla linea centrale di zero.
Gli apparecchi destinati a "cibarsi" di tale strana fornitura possono semplicemente lasciare che l'energia entri e venga trasformata in luce, movimento, calore o quant'altro. Le vecchie lampadine a filamento erano le più "onnivore", nel senso che accettavano senza problemi qualunque profilo: nei momenti del profilo in cui l'energia è poca, era l'inerzia termica a compensare l'effetto visibile, poiché in pochi millisecondi non poteva verificarsi una grande variazione di temperatura e quindi di luce. In fondo, l'energia sale e scende continuamente in modo rapido, ed è proprio tale "variazione ciclica a 50 Hz" ad essere percepita come scossa quando si tocca inavvertitamente un filo scoperto: i muscoli si contraggono e si rilasciano seguendo come possono le salite e le discese del profilo, col caratteristico tremolio che può essere un fastidio, una brutta esperienza o anche un evento nefasto, a seconda della quantità d'energia veicolata dal corpo. E' infatti la quantità d'energia a determinare l'effetto, e nel caso della lampada parliamo di quantità di luce emessa. Ora, finché la lampada riceve esattamente la quantità d'energia per cui è progettata, non può sorgere alcun problema tecnico e siamo tutti contenti. Se invece vogliamo che la lampada emetta una quantità di luce diversa dalla massima, dobbiamo in qualche modo "costringerla" a ricevere meno energia del normale. Un modo semplice ed economico per diminuire la quantità d'energia che dalla presa sul muro raggiunge la lampada sfrutta proprio il profilo "sinuoso" appena visto: se potessimo "spianare" le gobbe, o ricoprire le fosse, l'energia disponibile diventerebbe la metà, perché in 10 mS avrebbe modo di arrivare a destinazione, e per altri 10 mS avrebbe un valore zero. Il concetto può essere esteso immaginando di spianare solo la prima metà delle gobbe (5 mS dei 10 totali), o solo il primo quarto (2,5 mS dei 10 totali), lasciando intatte le fosse. In tali casi l'energia "netta" a disposizione della lampada sarebbe un quarto e un ottavo del massimo. Il regolatore a parzializzazione fa proprio questo: "taglia" il profilo in modo che, ad ogni ciclo che si ripete identico cinquanta volte al secondo, l'energia passi per un tempo inferiore al massimo, e quindi produca a valle un effetto inferiore al massimo. Con le lampade a incandescenza il discorso funzionava, ma con le moderne lampade a LED può sorgere un problema tecnico legato al modo in cui l'energia deve presentarsi in ingresso. Diciamo subito che non tutte le lampade a LED sono "dimmerabili", ma visto che sai che la tua lo è, passiamo subito al problema tecnico. Nel corpo della lampadina ci sono i LED, che emettono luce, e c'è un circuito di regolazione che deve accettare l'energia nella forma "sinuosa" disponibile a monte e trasformarla in una fonte stabile e confinata nei limiti previsti. Tutti noi sappiamo che alla presa dovrebbero comparire in teoria 230 volt, ma in pratica, per tanti fattori che qui tralasciamo, non è raro misurare da 200 a 250, in base alle zone, ai periodi dell'anno, al numero di utenze simultaneamente attive nel quartiere. Ovviamente la lampada lo sa, e quindi accetta di buon grado una grande variazione del valore nominale in ingresso. Purtroppo, per questioni fisiche ed economiche, come ad esempio il piccolo spazio disponibile nel bulbo, il circuito di regolazione dei LED non può essere costruito per funzionare bene con profili molto diversi dalla "sinusoide" fin qui descritta, poiché non potendo accumulare energia in un proprio serbatoio (che sarebbe ingombrante e costoso), deve seguire istante per istante le salite e le discese, limitandosi a tollerare solo i passaggi per lo zero che ci sono e devono esserci. In più, per progetto, i LED devono ricevere energia dosata, poiché il materiale di cui son fatti non ha una "resistenza ohmica" definita, e quindi accetterebbe al volo livelli distruttivi senza porre automaticamente un freno. Purtroppo, affinché il circuito di regolazione attiva dei LED possa agire continuamente sull'energia che diventa luce, dev'essere disponibile un po' d'energia come fonte per la propria alimentazione, altrimenti sarebbe come pretendere di cambiare canale sul TV dopo aver tolto le pile nel telecomando. Morale della favola: le lampade a LED dimmerabili non permettono di abbassare la luce fino a zero, ma in genere rimangono accese al 20, 25, 30% del massimo. Ri-purtroppo, anche il dimmer ha un limite minimo al disotto del quale non "dimmera" più, e se parliamo di 40W con una lampada che, accesa al massimo, ne vuole 15, le ragioni tecniche per non funzionare ci sarebbero tutte :) Ma per quale motivo il dimmer non può funzionare con carichi più bassi di 40 watt? Butto lì un'ipotesi: perché il congegno che "taglia" il profilo della sinusoide, probabilmente un coso buffo che si chiama TRIAC e somiglia ad un quadrato di plastica nera di un centimetro di lato con tre zampette metalliche sotto, non può rimanere acceso se deve trattare meno energia di un certo limite. A questo punto, giusto per fare come nei film della serie CSI, vediamo un riepilogo per immagini in sequenza: 1) c'è una linea piatta che rappresenta l'assenza d'energia verso la lampada; 2) qualcuno gira a fondo corsa a destra la rotellina del dimmer; 3) la linea piatta cambia forma e diventa la figura a "gobba più valle" che i tecnici chiamano sinusoide, col risultato di illuminare la lampada al massimo; 4) qualcuno porta a tre quarti di corsa la rotellina del dimmer; 5) la sinusoide non è più intera, ma presenta dei tagli netti che fanno crollare a zero il profilo in corrispondenza degli istanti 7.5 e 17.5 mS, "mutilando" la coda della gobba e rialzando in anticipo il bordo della fossa, col risultato di abbassare un po' la luce emessa dai LED; 6) un ultimo intervento sulla rotella porta l'indice a metà corsa, con l'intento di "ammosciare" la lampada a metà della luce possibile; 7) a questo punto la gobba e la fossa son tagliate e metà, quindi l'energia viene a mancare per metà dei 20 mS previsti da progetto; 8) il TRIAC nel circuito del dimmer soffre per mancanza d'energia in transito, e il circuito nella lampada soffre perché non riesce ad accumulare l'energia minima necessaria per il proprio funzionamento attivo; 9 la lampada lampeggia o comunque si accende a scatti in modo irregolare. La stessa sequenza può essere immaginata al contrario, a partire dal punto 9. In tal caso, visto che non c'è mai stata energia sufficiente da ambo le parti, il risultato potrebbe essere quello descritto tante, tante righe fa, come anomalia :)
Vendo

OWON HDS2202S nuovo imballo originale 190.00 eur[…]

Sono comuni interruttori a levetta DPDT. Se le due[…]

Visita il nostro canale telegram