Discussioni di carattere generale sull'elettronica analogica e digitale. Didattica e applicazioni pratiche.
#5140
Buona sera, sono nuovo di questo forum, ho letto il regolamento e spero di essere nella sezione giusta per porre questa domanda.
Studio costruzioni aeronautiche al quinto anno e come tesina ho pensato di realizzare un servomeccanismo elettro-meccanico (fly-by-wire in pratica) che comanda il movimento dell'alettone e del flap di una semiala; in pratica comanda il movimento di due superfici mobili. Pensavo di realizzare il movimento con dei motori passo-passo regolati da un potenziometro per quanto riguarda la parte elettrica, collegati con delle astine o leve che trasmettono quindi il movimento.
Volevo chiedervi se è un progetto fattibile per un ragazzo che conosce l'elettronica di base base e che non ha mai usato Arduino. Inoltre volevo chiedervi, se possibile, i componenti che devo adoperare, cioè se ci sono dei particolari tipi di motorini, batterie ecc ecc. Grazie
#5148
La parola "servomeccanismo" contiene in sé due concetti diversi legati fra loro: un "meccanismo", inteso come qualcosa che si muove, spinge, tira o cambia posizione, e un "servo", nel significato di chi riceve ordini da un padrone e si adopera per eseguirli.
Nel caso specifico di una parte mobile di un aereo, in grandezza naturale o modellino poco importa, gli ordini provengono da una leva azionata dalle mani o dai piedi del pilota, e l'esecuzione è affidata a pistoni idraulici, motoriduttori, attuatori magnetici o altri congegni capaci di accettare energia da una parte e restituirla da un'altra come lavoro, in questo caso meccanico.
Fin qui tutto bene, ma non risulta ancora evidente la faccenda del "servo": se è il pilota a muovere fisicamente una leva, ed è il meccanismo a muovere fisicamente l'alettone, dove e come agirebbe la fantomatica parte "servo"?
Ebbene, la parte "servo", che qui assumiamo affidata ad un dispositivo elettronico, si inserisce fra il pilota e il meccanismo, con il compito di verificare e garantire, istante per istante, che la posizione imposta alla leva corrisponda alla posizione assunta dell'alettone.
Non conosco nei dettagli l'affascinante mondo dell'aeromodellismo, ma immagino che tra la leva di comando e l'organo mobile esista almeno un legame intuitivo: se la prima è al centro, il secondo sarà al centro; se la prima è un po' a sinistra, o molto a sinistra, o comunque da un lato, il secondo si sposterà un po' o molto da un lato, e viceversa per l'effetto opposto.
Ovviamente si dà per scontato che il meccanismo debba reagire ai comandi in modo proporzionale, cioè lavori lentamente per le piccole correzioni, e scatti con rapidità quando gli ordini sono drastici.
L'elettronica di un servomeccanismo prevede in genere due ingressi, ad esempio A e B, e un'uscita, che possiamo chiamare C.
L'ingresso A viene collegato alla leva, al pedale, al volantino che il pilota aziona per imporre la propria volontà sul meccanismo; l'uscita C fa capo al pistone, al motore, al congegno che dovrà muoversi o spostarsi per azionare fisicamente il meccanismo.
E l'ingresso B? A che cosa ci serve l'ingresso B?
L'ingresso B è quello che i tecnici chiamano "feedback", ovvero "azione di ritorno" o "retroazione".
L'ingresso B viene in genere collegato ad una sorta di "leva finta", azionata non dal pilota ma dalla parte mobile del meccanismo.
L'idea è in sé molto semplice: l'uscita C fornisce energia in base alla differenza fra A e B.
Sappiamo che A dipende dal pilota, mentre B dipende dall'alettone.
Quando la posizione di A è uguale alla posizione di B, l'uscita C non deve cambiare, poiché la volontà del pilota è già stata esaudita a dovere, e quindi il servomeccanismo è, come si dice in gergo, in perfetto equilibrio.
Ovviamente lo stato di equilibrio non è sempre una condizione stabile, poiché basta un colpo di vento contro l'alettone per modificare B contro la volontà del pilota.
Se non ci fosse il servo, il pilota dovrebbe accorgersi che qualcosa non va e spostare un po' la leva, con l'intento di modificare A di quel tanto che basta per costringere C ad agire sul meccanismo e riavere l'equilibrio.
Ma il servo c'è, e appena B assume una condizione diversa da A, provvede subito ad alterare C nel modo e nel senso utili per tornare all'equilibrio.
Ed eccoci in argomento col motore passo-passo ipotizzato come esecutore dei movimenti fisici di un servomeccanismo.
Abbiamo detto che le azioni devono essere proporzionali ai comandi, e questo implica che uno spostamento piccolissimo debba produrre un'azione piccolissima.
Se il pilota muove la leva di pochissimo perché desidera un'azione leggera, il meccanismo deve muovere di pochissimo l'alettone, perché ogni spostamento indesiderato più ampio renderebbe il velivolo quantomeno instabile.
Un motore passo-passo, per sua natura, non si muove "di pochissimo", ma si muove almeno di un passo (o di frazioni di passo, che comunque potrebbero essere non esattamente uguali al "pochissimo" richiesto).
E' vero che aggiungendo un riduttore a ingranaggi sarebbe possibile ricavare comunque spostamenti piccoli a piacere, ma così facendo si ridurrebbe di conseguenza la velocità, col rischio d'introdurre un disastroso ritardo fra i comandi del pilota e i movimenti dell'alettone.
Molto meglio utilizzare un motore a rotazione continua, non vincolato a spostamenti unitari fissi.
In più, un motore passo-passo ha l'enorme svantaggio di richiedere energia elettrica anche per mantenere la posizione, mentre un motore a rotazione continua, specie se accoppiato a un riduttore, può restarsene a riposo senza pretendere neppure un elettrone.
Non so se la tua applicazione didattica preveda la costruzione di un servomeccanismo partendo da zero, ma se lo scopo fosse solo dimostrare il principio, potresti prendere un semplice attuatore già pronto, cioè uno di quei cosi buffi che trovi in rete a pochi euro cercando i termini "RC servos" (RC non sta per Reggio Calabria, ma per Remote Controlled :) ).
#5149
In particolare, dipende da cosa vuoi ottenere. Solitamente il movimento delle superfici è comandato dal pilota con leve o simili. Dato che occorre una certa energia , si interpone un servocomando (=dispositivo automatico per amplificare la potenza di un movimento trasmesso da un comando a un organo meccanico) che può essere idraulico o elettromeccanico.

Se si tratta di un modello volante, la scelta del motore cade per forza su un servo RC.
https://en.wikipedia.org/wiki/Servo_(radio_control)

La scelta dipende da due fatti:
- l'angolo di rotazione delle superfici alari è limitato e quindi un motore rotante non è l'ideale, a meno di aggiungere rotismi vari. Dato che i servo RC fanno già questo...
- in secondo luogo il peso: un motore a passi, condito con riduzioni e meccanica varia per limitare la corsa all'angolo interessato, diventa molto più pesante del servo.
E, dato che il modello deve volare....

Non vedo certamente il motore a passi comandare direttamente le superfici, mentre è indispensabile l'introduzione di una meccanica che limiti la rotazione ad un angolo limitato, col che uno step motor si può certo usare, ma non penso sia la scelta migliore.
Altrettanto per un motore con o senza collettore: non serve qualcosa che giri indefinitamente, ma qualcosa che ruoti più o meno tot gradi rispetto alla posizione di zero. Costruire rotismi per fare questo è un buon esercizio, ma richiede la concomitanza obbligatoria con una qualche elettronica.

Per quanto riguarda il controllo, se arriva via radio si tratta di solito comando RC e non c'è niente di nuovo.
La cosa si replica anche con componenti discreti senza ricorre a microcontroller, dato che il servo effettua la conversione segnale ricevuto-angolo in modo autonomo.

Se si tratta di un modello statico, la scelta del motore è abbastanza indifferente, in quanto presenti il principio e la cosa non deve volare.
Devi considerare che nel caso di uno step motor o un altro motore sarà il software che dovrà determinare il movimento e un microcontroller sarà necessario.
Il programma di gestione della faccenda dipenderà da come viene generato il comando del pilota e da cosa si vuole far fare all'azionamento.
Certamente ci saranno possibilità molto ampie di aggiungere funzioni accessorie, ma occorrerà per forza scrivere un programma, il che può non essere immediato, sopratutto se non hai idea di come operare.

Se il modello deve volare, batterie litio-aria o altro leggero e potente. Se è statico, qualsiasi cosa andrà bene.
In ogni caso, se si tratta di un modello volante, non è una cosa che si risolve positivamente al primo colpo se non hai una minima esperienza. Magari puntare su una scatola di montaggio.
A mio parere, però, vedrei più interessante un modello statico in cui si implementi qualcosa di più del passaggio lineare da cloche ad alettoni.
#5152
Tutto dipende da quanto grossa deve essere la cosa, se si tratta di un modellino sia statico che volante, ma comunque di dimensioni piccole, i servi per RC ci sono già, implementano in modo immediato ciò che serve inglobano tutto il necessario: manipolazione del riferimento (sotto forma di treno di impulsi modulati in durata), amplificatore d'errore, motore, riduttore potenziometro di feedback e comparatore d'errore. Sinceramente l'implementazione di una cosa così non ha nulla di nuovo perchè è ciò che è presente in ogni aeromodello volante, e l'unico modo per rendere "attraente" la tesina è quella di una descrizione accurata e senza strafalcioni del funzionamento dei vari organi interni che però non hai montato tu. Se la cosa invece è di dimensioni maggiori assume una rilevanza molto più elevata e si tratta di implementare tutte le cose che ho elencato sopra a partire da componenti standard di automazione, la cosa prevede elevate difficolta tecniche, notevole abilità costruttiva, costi non banali e una buona conoscenza dei principi e delle tecniche dei Controlli Automatici.
In tutto questo sinceramente, se non ci dici cosa ci vuoi fare dopo a questo sistema e a come e perchè lo vuoi comandare il riferimento ad Arduino rimane del tutto campato in aria

Sono comuni interruttori a levetta DPDT. Se le due[…]

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