Discussioni di carattere generale sull'elettronica analogica e digitale. Didattica e applicazioni pratiche.
Avatar utente
da MarcoLattanzi
#4925
Salve a tutti,
ho realizzato un semplice circuito per alimentare e regolare un carico. Il tutto sarà alimentato da una LiPo 2S e controllato da un Attiny84, in sostituzione del più "ingombrante" Arduino Nano. Il circuito è così costituito:
- Un interruttore generale per accendere e spegnere il tutto;
- Un regolatore di tensione lineare a 5V per l'alimentazione dell Attiny;
- Due resistori come partitore di tensione per controllare la tensione della batteria;
- Un trimmer per la regolazione del Duty Cycle della PWM;
- Due led per "notifica" della tensione della batteria;
- Un pulsante per attivare il mosfet;
- Un MCP1407 per pilotare il mosfet;
- Un mosfet, dove la dicitura -510 indica il negativo del carico da pilotare.
I miei dubbi riguardano essenzialmente la PCB: è corretto il posizionamento dei componenti? La distanza delle tracce?
In allegato riporto lo schema del circuito e i due layer della PCB.
Ogni consiglio (o critica) è ben accetto.
Grazie mille
Allegati
Attiny84.png
PCB-Attiny84.png
PCB-Attiny84 (2).png
Avatar utente
da GioRock
#4926
Se il carico non è del tipo Induttivo non vedo grossi problemi, lo sbroglio mi pare abbastanza ottimizzato e c'è un buon piano di massa, l'unica cosa che noto è la mancanza di un condensatore da 100nF in parallelo secco sull'Attiny posizionato a ridosso dei pin di alimentazione, comunque eventuali filtraggi li puoi aggiungere dopo i vari test dato le dimensioni esigue di certi componenti.
Avatar utente
da MarcoLattanzi
#4934
Grazie della risposta.. confermo l'assenza di carichi induttivi. Una domanda generale: esiste una distanza minima tra traccia-traccia e componente-traccia? Perché vorrei rendere il circuito più compatto possibile.
Grazie :)
da zioelp
#4938
La distanza minima fra le zone conduttive di un PCB è legata a tanti fattori, non ultimo il costo di realizzazione.
Se apri un moderno telefonino, vedi piste sottilissime, piazzole microscopiche con fori quasi invisibili, e componenti ultrapiccoli assemblabili solo a macchina, perché l'esigenza primaria da soddisfare è la miniaturizzazione.
In un telefono hai tensioni minime e correnti modeste, quindi puoi avvicinare moltissimo le zone conduttive senza pericolo di problemi dovuti all'isolamento.
Se nel circuito dovessi accettare la tensione di rete a 230 volt, non potresti farlo con piste distanziate di un decimo di millimetro, ma dovresti lasciare un gap di almeno tre o quattro millimetri.
Per far passare degli ampere serve tanto rame, e visto che lo spessore nei PCB standard è appena 35 micron, devi per forza aumentare l'area delle piste.
Nel caso specifico dell'ATtiny84, avresti un buon vantaggio scegliendo il contenitore MLF che è un quadrato di 4 x 4 millimetri, a patto che tu riesca poi a saldarlo manualmente, e preveda le piazzole per collegare la scatoletta di programmazione via SPI.
Morale della favola: le distanze dipendono in primo luogo dall'isolamento che devi mantenere; poi dalla tecnologia di fabbricazione del PCB (acido in bacinella sul tavolo della cucina; fresatura CNC in garage; servizio di pooling a basso costo, ecc); e infine dal tipo di componenti che puoi acquistare al dettaglio e saldare manualmente.
Vendo

OWON HDS2202S nuovo imballo originale 190.00 eur[…]

Sono comuni interruttori a levetta DPDT. Se le due[…]

Visita il nostro canale telegram