FedeFede ha scritto:So come funziona il PWM. Grazie lo stesso per la spiegazione. La parte che più mi interessa è la seconda. Non ho capito bene cosa intendi.
Lo spirito del forum è condividere informazioni, non offrire consulenza mirata "one to one".
Nei messaggi si cerca sempre di aggiungere qualche info valida in generale, affinché chi legge possa ricavarne spunti e idee pur non avendo un interesse specifico per l'argomento principale.
La seconda parte può essere uno spunto per chiunque abbia ipotizzato di usare un segnale di comando PWM a bassa tensione con l'idea di regolare un dimmer "stand alone" commerciale dotato di potenziometro, tipo quelli "da frutto" inseribili accanto agli interruttori nelle scatole dell'impianto elettrico domestico.
L'uscita dello scatolino DMX si aspetta di trovare un carico rappresentato da LED, e quindi noi provvediamo a fargli vedere il LED di un fotoaccoppiatore, ovviamente attraverso un resistore di limitazione (ad esempio 1000 ohm a 12 volt e 2200 ohm a 24 volt).
L'altro lato del fotoaccoppiatore ripeterà gli impulsi PWM rimanendo elettricamente isolato da tutto ciò che si trova a monte.
Gli impulsi PWM a valle del fotoaccoppiatore vengono a questo punto "elaborati" con un microcontroller, al fine di misurarne il rapporto "vuoto / pieno" (cioè il duty-cycle) con l'idea di capire la percentuale di luce desiderata.
Io realizzo direttamente l'hardware e il firmware che mi servono, ma se tu non hai tempo / modo / intenzione di partire dal micro nudo, puoi scegliere qualche scheda Arduino con gli adeguati "shield" e "sketch" di contorno.
Una volta ottenuta l'informazione circa il livello di luce desiderato, è tempo di trasformare i bit in un comando di potenza, e qui bisogna sperimentare un po' con qualcosa di economico già pronto.
La prima idea che mi è venuta in mente prevede di smontare il potenziometro da un dimmer a 230V, e sostituirlo con un "potenziometro digitale" pilotabile dal micro via SPI o I2C. Se cerchi in rete "Digital potentiometer Arduino" troverai diversi spunti da cui partire.
I dimmer commerciali a 230V dovrebbero avere già di serie i filtri previsti dalla normativa sulla compatibilità elettromagnetica, e quindi non dovrebbero disturbare il resto dell'impianto.
Il rimpiazzo del potenziometro meccanico con un chip capace di emularlo ha però un punto debole da non sottovalutare, e cioè la tensione massima applicabile ai tre terminali che espongono la resistenza variabile.
In genere si parla di pochi volt, quindi, prima di smontare il potenziometro, è opportuno verificare che, durante il funzionamento, fra i capi di inizio, cursore e fine, non compaia una tensione (continua o alternata) troppo alta.
Se sbagli perché non sai, commetti un errore. Se sbagli perché non vuoi sapere, ne commetti due.