Discussioni di carattere generale sull'elettronica analogica e digitale. Didattica e applicazioni pratiche.
#3523
Saluti a tutti,
mi rivolgo agli esperti di questo forum per avere un consiglio. Sono appena riuscito a trovare a buon prezzo un ampli e un turner TEAC perfettamente funzionanti e mai stati aperti. L'ampli e il modello A-70 da 50+50W con i fet sull'ingresso RIAA (MM e MC)e stadio finale completamente a transistor invece che a integrati ibridi.Inoltre possiede la protezione elettronica sulle uscite e il ritardo all'accensione (anti bump).Il suono è molto caldo,profondo e pulito.
L'ho aperto per controllare lo stato degli elettrolitici perchè immaginavo che dopo trentanni il dielettrico fosse oramai fuoriuscito.E da una indagine visiva i due elettrolitici dell'alimentazione più altri sei elettrolitici sembravano presentare i segni della fuoriuscita del dielettrico (prima foto)Ho iniziato a togliere uno degli elettrolitici dell'alimentazione da 4700MF 53 V (non so come inserire il simbolo del microfarad) e con mia sorpresa il condensatore mi sembra intatto e quel materiale giallognolo presente sul rivestimento e sullo stampato sembra della resina o della colla che è stata messa lì apposta. (foto 3 e 4)
Ora ,secondo voi il condensatore è da sostituire oppure no ???(non ho modo di misurare capacità così alte)
E' giusta la mia ipotesi che probabilmente il materiale giallognolo presente sul rivestimento e sullo stampato è della resina o della colla che è stata messa lì apposta?
In definitiva secondo Voi è necessario sostituire gli elettrolitici oppure no ?
Ringraziandovi della vostra attenzione resto in attesa di pareri di persone esperte.
Grazie
Staiker
Allegati
Foto1.jpg
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#3525
La sostanza visibile nelle foto sembra proprio un adesivo di fissaggio, non qualcosa di uscito dai condensatori. Se gli elettrolitici avessero davvero "emesso" tutta quella roba, probabilmente l'ampli non avrebbe "emesso" un suono caldo e pulito. :)
Giochi di parole a parte, l'ideale sarebbe misurare non tanto la capacità quanto la resistenza equivalente in serie (ESR), più significativa ai fini di un'indagine sulla necessità di cambiare gli oggetti con altri nuovi.
Quando l'elettrolita (la sostanza interna soggetta a "invecchiamento", evaporazione, fuoriuscita, danno generico) non è più efficiente come dovrebbe, in serie alla capacità compare una resistenza di alcuni ohm (invece dei centesimi o millesimi che sarebbero l'ideale), e tale "intoppo aggiuntivo" ostacola il passaggio della corrente nei processi di carica e scarica che l'oggetto si trova a gestire cento volte al secondo.
Ed ecco che, con meno corrente in gioco, l'effetto di "spianamento & filtraggio" diviene sempre meno efficace, e la tensione che dovrebbe risultare pulita e stabile diventa sporca e instabile.
Ma c'è di più, perché dove compare una resistenza attraversata da corrente viene prodotto calore, e il calore accelera l'invecchiamento dell'elettrolita.
Visti in foto i tuoi elettrolitici sembrano sani, e se al tatto non li senti più caldi del circuito stampato puoi azzardare l'ipotesi che lo siano davvero, e quindi mostrino ancora una ESR intorno ai 60 milliohm (0.06 ohm, valore tipico per una "stazza" di 4700 uF).
Se hai un oscilloscopio puoi vedere il "ripple", cioè l'ondulazione residua sovrapposta alla tensione livellata che compare ai capi di ciascun elettrolitico.
In mancanza di un oscilloscopio e di misuratore di ESR, ti restano solo due opzioni: li dissaldi e li cambi con altri nuovi; li dissaldi, li verifichi come puoi, e nel caso li rimetti a posto.
Il processo di "verifica alla buona" richiede un semplice alimentatore variabile anche economico, purché con uscita in tensione continua: lo imposti al valore massimo (in genere 30 o 32 volt); colleghi in uscita il condensatore (con la giusta polarità) insieme ad un multimetro digitale; scolleghi il positivo dell'alimentatore e misuri il tempo che passa fino al momento in cui leggi (sul multimetro) un valore minimo, ad esempio 3 volt.
Non puoi usare zero come valore minimo, perché noterai che gli elettrolitici, specie se di capacità importante, restano sempre un po' carichi, anche dopo un eventuale cortocircuito.
Noterai pure che la tensione scende tanto più a picco quanto minore è l'impedenza d'ingresso del multimetro.
Se entrambi gli oggetti danno all'incirca lo stesso risultato, puoi trarne due conclusioni: son tutti sani; son tutti invecchiati allo stesso modo.
Per toglierti il dubbio potresti prendere un condensatore nuovo con le stesse caratteristiche e vedere come si comporta nelle stesse condizioni.
Potresti chiederti se valga la pena acquistare comunque un ricambio solo per usarlo come termine di paragone, e la risposta potrebbe essere un sì: se rimetti a posto l'originale certificato sano, hai ancora un oggetto "vintage" intatto; se cambi per scrupolo un pezzo che poteva rimanere, hai di certo un ampli efficiente, ma non più un vero "vintage" con tutte le carte in regola.
Bios, Straiker ringraziano
#3531
Grazie ZIOELP per la risposta e le utili informazioni. Purtroppo non possiedo un misuratore di ESR.....però uilizzando il mio vecchio e fidato SUPERTESTER 680 R della ICE ho fatto dei test come consigliato sul manuale.Analizzando sia il vecchio condensatore che uno nuovo ho notato lo stesso comportamento,quindi sembrerebbe che il condensatore sia ancora efficente. E' incredibile per l'età che ha,però bisogna riconoscere che per certe apparecchiature sceglievano componenti di un certo pregio e poi le "cose" una volta le costruivano bene.I condensatori nuovi che ho preso sicuramente saranno delle "cineserie" e probabilmente dureranno da "natale a santo Stefano" :oops: :oops:
Sono indeciso sul da farsi.........
Vendo

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