Discussioni di carattere generale sull'elettronica analogica e digitale. Didattica e applicazioni pratiche.
#3501
Devo saldare un porta micro usb sulla piastra di un tablet e sono molto dubbioso, visto che il mio solo strumento a disposizione è un saldatore a punta fine ma di buona qualità ;)
Innanzitutto vi chiedo se secondo voi le piste in corrispondenza della logic board, di cui allego l'immagine, vanno bene perché non vorrei già aver fatto danni nel dissaldare la porta!
Vedo 4 trattini fini neri paralleli (il quinto è color argento) mentre le aree vicino a cui si salda il telaio della porta sono di color argento.
Che significa? Sono saltate le piste?
Per la saldatura mi consigliate una punta fine o larga? Forse sufficientemente larga da consentirmi di scaldare contemporaneamente le aree di saldatura?
Conviene prima passare una treccia di rame per togliere lo stagno superfluo?
Flussante abbondante immagino... però quando metto lo stagno perdo di visibilità con il fumo generato quando entra in contatto con lo stagno, rischio di arrostire qualcosa!
Grazie a tutti in anticipo per il contributo.



Screen Shot 2017-02-01 at 21.43.03.png
#3502
ziomangrovia ha scritto:Che significa? Sono saltate le piste?


Io non ci perderei più tempo.
È Caput.
#3504
ziomangrovia ha scritto:... Sono saltate le piste? ... Conviene prima passare una treccia di rame per togliere lo stagno superfluo? ...

Purtroppo sì, le piste son state strappate via, e quindi il ripristino della condizione originaria è impossibile. Ciò non vuol dire che sia impossibile anche un "rattoppo", ovviamente accettando dei compromessi sulla qualità e dedicandoci un bel po' di tempo. Se lo fai per lavoro, cosa che dubito perché dici di avere come attrezzatura un semplice saldatore, non ne vale assolutamente pena. Se lo fai per hobby o soddisfazione personale, può essere un'esperienza utile. La prima cosa da fare è "pulire la scena del crimine", aiutandosi con diluente nitro e un pennellino. Dovresti versare mezzo centimetro di diulente nitro in un bicchierino di vetro (che ovviamente non userai più ber bere), intingere il pennello, strizzare via il liquido in eccesso schiacciando le setole sulla parete verticale interna del vetro, e "ramazzare" delicatamente la zona fino a togliere di mezzo tutti i residui scuri. A questo punto dovresti usare la treccia per togliere le montagnette di stagno sopra le piazzole superstiti. Nella condizione attuale non puoi fare altri danni :), ma come info per il futuro dovresti evitare gli strappi verso l'alto sulle piazzole senza fori. Se osservi la foto, vedi subito che le piazzole forate non sono venute via, mentre quelle lisce più piccole sono scomparse in seguito allo strappo. La pellicola di rame dei circuiti stampati ha uno spessore di circa tre centesimi di millimetro, ed è semplicemente incollata sul supporto di fibra di vetro. La colla perde efficacia se la scaldi troppo, ma per fortuna la riacquista se la lasci raffreddare. Le piazzole col foro sono più resistenti agli strappi perché il bordo interno dell'apertura è metallizzato, e la metallizzazione funge da provvidenziale "rivetto" che àncora la pellicola al supporto anche quando la colla viene scaldata oltre il dovuto. Per togliere lo stagno in eccesso dalle piazzole lisce senza foro devi usare la treccia facendo in modo che la pellicola di rame del circuito non venga mai tirata verso l'alto. La manovra è più facile da eseguire che da descrivere, perché il movimento necessario è praticamente spontaneo, ed è facilitato dal fatto che sopra la treccia appoggi la punta calda del saldatore. In pratica, l'estremità pulita della treccia va appoggiata sulla piazzola da lisciare, e sopra la treccia va appoggiata la punta del saldatore. Appena vedi che lo stagno risale per capillarità lungo la treccia (in capo a uno o due secondi, perché oltre rischi di scaldare troppo), devi far scivolare treccia e punta fino ad una zona priva di rame, possibilmente seguendo il "verso" della piazzola. La pressione (minima) della punta sulla treccia evita che la piazzola venga tirata verso l'alto, e se allontani gli attrezzi quando la treccia è già scivolata sopra una zona senza rame, il risultato visibile sarà una superficie liscia e agrentea, fatti salvi i residui scuri che toglierai in seguito come descritto sopra. Il "verso" delle piazzole rettangolari è praticamente il lato più lungo. Il verso delle piazzole tonde o quadrate è indifferente, ma dato che alle piazzole è quasi sempre attaccata una pista, la treccia dovrebbe scivolare via o sopra la pista, o dalla parte opposta della pista, non di lato. Bussola a parte, l'idea è non stressare troppo le zone più deboli. Se immagini una piazzola tonda come un orologio, e vedi che arriva una pista a ore sei, farai scivolare la treccia a ore sei o a ore dodici, non a ore tre o nove. Anche se scivoli facendo una leggera pressione, e quindi non applichi una forza che tenda ad allontanare il rame dalla piastra, la treccia ruvida si "aggrappa" comunque alla piazzola, e può strapparla via se il movimento è brusco o il calore che apporti è esagerato. Se scivoli seguendo le piste è più probabile che lo stress venga sopportato meglio. Se invece scivoli lateralmente, in pratica stressi il punto d'arrivo della pista, di solito piccolo rispetto all'area della piazzola e quindi più vulnerabile. Ciò detto, per tentare il recupero del tablet dovresti seguire il percorso delle piste che si collegavano alle piazzole saltate via, e individuare per ciascuna un punto utile per saldarci un filo. Tale punto potrebbe essere un piedino di un integrato, oppure una "via" (una piazzola forata e metallizzata che serve da collegamento fra i due lati del circuito stampato), oppure, meglio ancora, un terminale di un resistore o condensatore facilmente accessibili. Se le piste son coperte e non riesci a seguirle ad occhio, puoi raschiare via un tratto di solder (la vernice verde di copertura) all'estremità che arrivava alle piazzole strappate, e darti da fare con un tester settato in ohm o col bip di continuità: un puntale tocca la zona scoperta, e l'altro tocca da qualche altra parte fino ad individuare una connessione elettrica diretta (circa 0 ohm o bip continuo equivalente). Nel caso della presa micro USB, una delle cinque piazzole dev'essere in contatto con la massa, e un'altra deve far capo al ramo dei +5V. Altre due trasportano il segnale, e queste sono le più rognose perché potrebbero arrivare subdolamente sotto uno di quei chip che non hanno piazzole esposte. In genere, con un po' di fortuna, accanto alla presa mettono un oggettino a quattro pin che contiene i soppressori di transienti (TVS), e questo ha piazzole (relativamente) grandi che finiscono proprio su quattro dei cinque contatti della presa USB. Una delle lamelle della presa dovrebbe essere inutilizzata, e la riconosci perché, anche se ora è saltata via, non ha piste che la colleghino altrove. Individuati in qualche modo i punti di "rattoppo elettrico" utilizzabili, resta il problema di come collegare dei fili sottili alle lamelle della nuova presa USB. Qui bisogna lavorare con precisione e pazienza, procurando innanzi tutto un sottilissimo filo di rame smaltato che si possa saldare alle lamelle dalla presa USB senza metterle subito in corto. Non lo trovi in commercio, ma se prendi un comunissimo relè da stampato con involucro trasparente, vedi che dentro c'è un "rocchetto" dal quale puoi attingere a costo irrisorio. Da qui in poi dipende tutto dalla tua pazienza e dalla tua abilità manuale. In breve, dovresti appoggiare la presa USB sullo stampato e fissarla provvisoriamente con un pezzo di nastro adesivo di carta. In alternativa puoi anche saldare una sola delle quattro alette d'ancoraggio, in modo che un'eventuale rimozione sia facile e pulita. Le cinque lamelle vanno stagnate e ripulite con la treccia, affinché siano già propense ad accettare i fili senza bisogno di aggiungere altro stagno. I fili di rame smaltato non si possono saldare uno per uno alle lamelle della presa, ma se riesci a prepararli e a fissarli fra loro col nastro carta in modo che si presentino sopra le lamelle tutti insieme, anch'essi prestagnati e ripuliti con la treccia, non è impossibile riottenere (seppur volanti) le connessioni elettriche d'origine. Ovviamente l'altra estremità di ciascun filo dovrà essere saldata al punto giusto individuato in precedenza. Per avere almeno qualche chance in più, l'ideale sarebbe pre-stagnare tutto, applicare un flussante gel, e poi agire con un getto d'aria calda, ma anche col saldatore, in mancanza d'altro, si può fare un tentativo credibile, a patto che non si insista troppo fino a danneggiare la plastica della presa. Detto così sembra facile, ma purtroppo non lo è, pur essendo meno difficile di quanto appaia a prima vista senza aver fatto prima una prova. Una volta collegati i fili alle lamelle, e accertata l'assenza di corti, puoi fare una prova applicando l'alimentazione. Se l'esito è positivo, avrai cura di saldare tutte le alette della presa e bloccare i fili sulle lamelle con una goccia di smalto per unghie o una colla che formi una massa, quindi non la classica e famosa cianoacrilica che finisce per K. Buon divertimento e in bocca al lupo! :)
ziomangrovia ringraziano
#3518
zioelp ha scritto:
ziomangrovia ha scritto:... Sono saltate le piste? ... Conviene prima passare una treccia di rame per togliere lo stagno superfluo? ...

...
Buon divertimento e in bocca al lupo! :)


E' un lavoro da microscopio ed ho fallito. Con un occhiale da 3x purtroppo avevo sempre problemi... per le prossime volte per esercitarmi nella sostituzione di porte microusb che attrezzature consigliate come hot air gun e lente di ingrandimento?
Vendo

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