zioelp ha scritto: [CUT] L'oggetto è stato ideato tre giorni fa; disegnato come schema elettrico; "sbrogliato" come scheda a doppia faccia; inciso su vetronite ramata con una macchina a controllo numerico; assemblato a mano con un po' di pazienza, e domani sarà programmato in linguaggio C [CUT]
Il foglio dati del micro da 30 centesimi attuale ha centinaia di pagine, mentre quello di un transistor di mezzo secolo fa ne ha dieci: potresti gentilmente chiarire al forum perché mai chi studia e lavora oggi col primo (il micro) dev'essere "meno ingegnere" di chi ha studiato ieri il secondo (il transistor)?
Provo a rispondere senza alcuna vis polemica e solo per illustrare il mio approccio alla questione.
1) disegnato come schema elettrico = collegati gli ingressi e le uscite di due scatole nere
2) sbrogliato come scheda a doppia faccia = dato in pasto ad un programma che genera i files di incisione e stampa
3) inciso con una cnc = posizionato sul piano di lavoro, inserito l'utensile, caricati i files e pigiato il tasto avvio
4) assemblato a mano = questa è effettivamente una attività per cui serve passione e mano ferma
5) programmato in C = solo gli dei sanno cosa farà la MCU quando eseguirà il codice assembler generato dal compilatore
Se l'oggetto è fatto per lavoro quelle descritte sono le attività di buoni artigiani, sia con laurea triennale o quinquennale sia senza laurea, che padroneggiano il proprio lavoro, se invece l'oggetto è fatto per hobby sono le attività di ottimi dilettanti. Sia chiaro che ho per essi e per il loro lavoro il massimo rispetto .
Un ingegnere elettronico, anche alle prime armi, avrebbe messo nella lista la verifica della mappa termica, il test di vibrazioni e di shock meccanici, le prove ESD, avrebbe pensato a tenerlo prima in forno e poi in frigo per una settimana ed altro ancora e siamo ancora in fase di sviluppo del solo HW. Se poi si decide di passare alla produzione il cammino è ancora lungo, almeno per prodotti affidabili che andranno in mano a chissà chi e chissà dove e che non devono rompersi per almeno 3-4 anni. Per ultimo il compilatore C velocizza lo sviluppo del progetto ma non aiuta certo a realizzare prodotti affidabili e controllati da usare in ambienti critici: serve necessariamente l'assembler col quale si controlla davvero la mcu.
L'approccio dell'ingegnere elettronico non è "dati gli ingressi come faccio ad ottenere le uscite" ma è invece "come faccio a prevenire tutti i possibili malfunzionamenti, interni ed esterni, di ciò che voglio realizzare" e questo vale oggi molto più di 50 anni fa.
Non è quindi questione di "cosa" studiare (transistor, integrato o mcu) per avere una corretta impostazione mentale quanto di "come" studiarlo. Occorre decidere se si preferisce vedere il componente come una (ottima) scatola nera oppure se si desidera capire cosa c'è dentro per "conoscerne i principi" e poi sfruttarli al meglio altrove. Gli umili transistor nei progettini Philips di mezzo secolo fa assolvono a questo scopo, permettono al neofita di realizzare un amplificatore audio, una radio, un flip flop, un trigger di schmith, un oscillatore, un monostabile, cioè tutti quei circuiti di base che oggi si trovano negli integrati e nei microcontrollori. In fondo qualcuno avrà pur progettato gli integrati ed i microcontrollori .
Cordialità!