davidel38 ha scritto:0.7A sono eccessivi e ho bisogno di ridurrli almeno a 10mA; dovrei applicare una resistenza a monte del circuito?
Purtroppo, in elettronica pratica, la faccenda dei volt e degli ampere non è così semplice e lineare come può apparire ragionando solo sui numeri.
Ti faccio un esempio con un secchio d'acqua, giusto per citare oggetti d'uso comune facilmente immaginabili.
Nel nostro ipotetico secchio abbiamo versato 0.7 litri d'acqua, ovvero, cambiando unità di msura, 700 millilitri.
Ora, se immagini di rovesciare il secchio è lasciare che l'acqua si versi completamente sul pavimento impiegando il tempo di un secondo esatto, puoi dire che hai versato con una certa violenza, cioè con un'intensità quantificabile in 0.7 litri al secondo. Se, per vuotare il secchio, avessi usato un'inclinazione diversa, magari avresti impiegato due secondi, ovvero un'intensità di 0.35 litri al secondo. Portando il discorso all'estremo, potresti inclinare il secchio in modo che il tempo di transito dell'acqua verso il pavimento si allunghi parecchio, e quindi l'intensità scenda parecchio, ad esempio a 0.01 litri al secondo, ovvero 10 ml/sec.
Se non hai paura di bagnarti, puoi anche inclinare il secchio a 45 gradi e limitare il flusso a pochi ml/sec facendo da "diga" con una mano, ottenendo alla fine l'intensità che ti serve a prescindere (entro certi limiti) dall'inclinazione propria del contenitore.
A questo punto, per passare il tutto in ambito elettrico, devi solo sostituire l'idea di inclinazione con la cifra dei volt (che abbreviamo in V), e l'idea d'intensità (abbreviata in I) con la cifra degli ampere. La tua mano che funge da diga diventa allora il concetto di resistenza (accorciabile per comodità con la lettera R).
Se ti piace la matematica, intuisci subito che le tre idee son legate intimamente fra loro: se vuoi una certa I, devi scegliere i giusti valori di V e R, sapendo che il primo tende ad alzare, e il secondo tende ad abbassare.
Se, per ipotesi, la V che hai non inclina abbastanza il secchio a prescindere dal fatto che tu applichi o no una diga R, non ti sarà possibile avere l'intensità I che ti serve.
Al contrario, se la tua V rovescia completamente il secchio in verticale, e la voce R è inesistente, l'intensità I (espressa di solito in ampere abbreviati con A) dipenderà moltissimo da quanta acqua hai disponibile: se nel secchio ci sono 1000 litri, questi potrebbero uscire indisturbati con un'intensità di 1000 litri al secondo!
Nella tua appli pratica, purtroppo, ho il forte dubbio che 5 volt non "inclinino" abbastanza per avere i 10 mA che vorresti, perché il terriccio, fisicamente, è già da solo una "diga" R molto efficace. Non voglio confonderti le idee con altre similitudini, ma il valore R che ti servirebbe per avere 10 mA (cioè 0.01 A) partendo da 5 V è 5 / 0.01 = 500 (non aggiungo l'unità di misura per non mettere troppi simboli sulla carta).
Non sono un esperto in terriccio, ma ho letto da qualche parte che tale materiale, asciutto, esibisce valori R che sono in media anche mille volte maggiori di 500, col risultato che la tua I misurabile sarebbe al massimo mille volte minore, quindi 0.00001 A che puoi scrivere anche 0.01 mA (milliampere) o 10 uA (microampere).
In caso di terriccio non asciutto ma con una certa percentuale d'acqua, il parametro R può scendere anche molto, perché la corrente trova comodo passare nelle impurità e nei sali minerali disciolti (l'acqua distillata, in sé, ha valori R altissimi).
Da quanto sopra dovresti aver intuito almeno due problemi da risolvere: ti servirebbe una sorgente V con valore decisamente più alto di 5; ti servirebbe una "diga elettronica" che valuti istante per istante la cifra R appropriata e la piazzi lungo il percorso dell'acqua, o meglio, della corrente.
In più, come colpo di grazia, hai pure la "rogna del feedback", rappresentata dal fatto che non puoi dare per scontato che il terriccio presenti sempre, costantemente, uno stesso valore di R, visto che già l'umidità nell'aria e la presenza di foglie che spostano acqua dal terriccio all'ambiente attraverso la traspirazione, ti scombina tutto già sulla carta.
Mi pare di aver letto, molti anni fa, di un tale Cleve Backster, impegnato nel dimostrare che le piante hanno emozioni che manifestano, guarda caso, proprio cambiando il proprio valore R. Tutto, nell'universo, ha un valore R: se ci fa comodo, ad esempio per la parte interna dei cavetti elettrici, scegliamo materiali con R il più possibile basso, tipo il rame che ha circa 20 miliardesimi di unità R al metro; altrimenti, ad esempio per la parte esterna degli stessi cavetti, scegliamo materiali con R altissimo, tipo il PVC (una plastica) che ha R nell'ordine dei miliardi di unità.
Spero di esserti stato utile, almeno come spunto per approfondire la materia sia leggendo libri (come suggerisce giustamente dsalva
), sia navigando a forza di clic del mouse, come va ormai di moda all'inizio del terzo millennio.
In ogni caso, tornando seri, EVITA ASSOLUTAMENTE SI SMANETTARE CON L'ENERGIA ELETTRICA SE NON HAI LE CONOSCENZE NECESSARIE PER FARLO IN SICUREZZA. E' vero che se ti limiti al caricabatterie del tablet hai pochissime occasioni di ricevere una "scossa" pericolosa in sé, ma se fai qualche manovra sbagliata coi fili puoi causare una scintilla, puoi spaventarti, ritrarre la mano e, con un po' di sfortuna, urtare uno spigolo tagliente o far cadere qualche oggetto a cui tieni. La prudenza, al pari dell'informazione, non è mai troppa.
Ultimissima nota al volo: ho il sospetto che la corrente da usare sia di natura alternata, non continua, anche solo per evitare fenomeni di elettrolisi (cerca i termini tecnici in rete e buon divertimento).
Se sbagli perché non sai, commetti un errore. Se sbagli perché non vuoi sapere, ne commetti due.