- 24 ago 2016, 11:05
#2749
Salve,
mi sono appena iscritto al forum, e al di là del titolo un po' strano avrei una curiosità tecnica da soddisfare a livello teorico: sarebbe possibile realizzare un amplificatore audio da 1000W combinando in qualche modo (ad esempio con un trasformatore) l'uscita di dieci finali (anche in classe D ) da 100W ciascuno?
Non sono molto ferrato in elettrotecnica, ma so che esistono trasformatori di alimentazione con primario sdoppiato, adatti ad accettare sia 115V, sia 230V: se collego le due sezioni in serie, applico 230V; se le collego in parallelo, applico 115V. A prescindere, come diceva il grande Totò, al secondario prelevo sempre un singolo valore di tensione, ad esempio 12V, con la stessa potenza disponibile, ad esempio 10W.
L'ENEL stessa, in fondo, distribuisce energia attraverso un "segnale audio" (notare le virgolette) sinusoidale a 50 Hz, e immagino che alla fonte, ad esempio nei grossi generatori a 400 kV, nasca la necessità di collegarne molti in parallelo, cosa che viene spontanea a patto che siano tutti sincronizzati e in fase.
Lo stesso ragionamento, seppure in scala e tensione ridotte, si può applicare agli inverter delle distese di pannelli solari che troviamo sparsi in campagna: immagino che ciascun gruppo "cooperi" alla fornitura d'energia su rete pubblica con un contributo locale in fase che si somma agli altri e può essere utilizzato da noi utenti che paghiamo una
bolletta. Ciò detto, torniamo al quesito d'apertura: quali intoppi teorici e tecnici potrebbero sorgere ipotizzando di prendere un trasformatore con due avvolgimenti "primari" identici collegati ciascuno ad un finale audio da 100W, e un "secondario" sfruttabile, ad esempio, in una linea di public addressing a 100V costanti?
So che calcolando opportunamente i rapporti spire è possibile "far vedere" al primario una certa impedenza, ad esempio otto ohm, quando al secondario è applicata un'altra impedenza derivante da un certo numero di utenze (altoparlanti PA con ingresso a trasformatore) collegate insieme. Nell'ipotesi di fornire ai due finali lo stesso segnale audio, quindi ampiezza e fase identiche, sarebbe possibile "combinare" i due contributi di 100W verso l'unico secondario presente, al fine di ottenere un amplificatore audio "cooperativo"?
Un altro vantaggio spicciolo di tale approccio riguarderebbe l'alimentazione, prelevabile da tanti piccoli moduli switching da 24V (che costano assai poco) invece del solito trasfo enorme seguito da ponte ed elettrolitici grandi come una lattina di birra che, oltretutto, sono soggetti a invecchiamento.
Albert Einstein diceva che nessuna idea è veramente innovativa se all'inizio non sembra folle. Non ho mai visto in giro soluzioni del genere, quindi devo assumere che l'idea sia davvero folle
Ciò non implica che sia utile e/o realizzabile, e dato che non ho le conoscenze teoriche per confermare o smentire, e non ho i mezzi pratici per provare dal vivo, chiedo un po' d'aiuto in questa sede e ringrazio in anticipo chi vorrà partecipare.
mi sono appena iscritto al forum, e al di là del titolo un po' strano avrei una curiosità tecnica da soddisfare a livello teorico: sarebbe possibile realizzare un amplificatore audio da 1000W combinando in qualche modo (ad esempio con un trasformatore) l'uscita di dieci finali (anche in classe D ) da 100W ciascuno?
Non sono molto ferrato in elettrotecnica, ma so che esistono trasformatori di alimentazione con primario sdoppiato, adatti ad accettare sia 115V, sia 230V: se collego le due sezioni in serie, applico 230V; se le collego in parallelo, applico 115V. A prescindere, come diceva il grande Totò, al secondario prelevo sempre un singolo valore di tensione, ad esempio 12V, con la stessa potenza disponibile, ad esempio 10W.
L'ENEL stessa, in fondo, distribuisce energia attraverso un "segnale audio" (notare le virgolette) sinusoidale a 50 Hz, e immagino che alla fonte, ad esempio nei grossi generatori a 400 kV, nasca la necessità di collegarne molti in parallelo, cosa che viene spontanea a patto che siano tutti sincronizzati e in fase.
Lo stesso ragionamento, seppure in scala e tensione ridotte, si può applicare agli inverter delle distese di pannelli solari che troviamo sparsi in campagna: immagino che ciascun gruppo "cooperi" alla fornitura d'energia su rete pubblica con un contributo locale in fase che si somma agli altri e può essere utilizzato da noi utenti che paghiamo una
bolletta. Ciò detto, torniamo al quesito d'apertura: quali intoppi teorici e tecnici potrebbero sorgere ipotizzando di prendere un trasformatore con due avvolgimenti "primari" identici collegati ciascuno ad un finale audio da 100W, e un "secondario" sfruttabile, ad esempio, in una linea di public addressing a 100V costanti?
So che calcolando opportunamente i rapporti spire è possibile "far vedere" al primario una certa impedenza, ad esempio otto ohm, quando al secondario è applicata un'altra impedenza derivante da un certo numero di utenze (altoparlanti PA con ingresso a trasformatore) collegate insieme. Nell'ipotesi di fornire ai due finali lo stesso segnale audio, quindi ampiezza e fase identiche, sarebbe possibile "combinare" i due contributi di 100W verso l'unico secondario presente, al fine di ottenere un amplificatore audio "cooperativo"?
Un altro vantaggio spicciolo di tale approccio riguarderebbe l'alimentazione, prelevabile da tanti piccoli moduli switching da 24V (che costano assai poco) invece del solito trasfo enorme seguito da ponte ed elettrolitici grandi come una lattina di birra che, oltretutto, sono soggetti a invecchiamento.
Albert Einstein diceva che nessuna idea è veramente innovativa se all'inizio non sembra folle. Non ho mai visto in giro soluzioni del genere, quindi devo assumere che l'idea sia davvero folle
Ciò non implica che sia utile e/o realizzabile, e dato che non ho le conoscenze teoriche per confermare o smentire, e non ho i mezzi pratici per provare dal vivo, chiedo un po' d'aiuto in questa sede e ringrazio in anticipo chi vorrà partecipare.
Se sbagli perché non sai, commetti un errore. Se sbagli perché non vuoi sapere, ne commetti due.