- 09 set 2016, 09:22
#2870
Il trasfo da dieci watt costosissimo a cui ti riferisci non è per PA, ma per hi-fi a valvole. I trasfo per PA vengono costruiti dalle stesse aziende e con le stesse tecniche dei comuni oggetti per alimentazione. La "messa in fase" degli ampli è l'ultimo dei problemi, a meno che non emerga qualche dettaglio tecnico che illustri una buona ragione per cui la fase del segnale audio in transito in un ampli digitale dovrebbe cambiare a caso e in modo imprevedibile.
schottky ha scritto:l'idea di sommare la potenza degli amplificatori col trasformatore è semplicemente folle, l'esempio dei sistemi di diffusione sonora PA è per niente attinente...Sono stato il primo a dire che l'idea fosse folle. Sto cercando semplicemente una spiegazione tecnica di tale probabile follia. Dire che l'idea è folle a prescindere perché proviene da un perfetto sconosciuto che non avrebbe letto prima dei libri non è una motivazione tecnica. Non ho citato gli ampli PA come esempio a caso; li ho citati perché si presterebbero bene ad una sperimentazione in quanto già forniti di trasformatore d'uscita.
schottky ha scritto:I problemi più grossi per una soluzione del genere sono di ordine qualitativo e di costo, infatti nei sistemi di diffusione PA la qualità è appunto PA...E quale sarebbe, di grazia, la qualità PA? Negli ampli per Public Addressing non è richiesta una qualità audio particolare; anzi, la banda passante è spesso limitata a poco più del necessario per diffondere la voce e un po' di musica di sottofondo.
schottky ha scritto:basta pensare che il trasformatore di uscita di prima qualità per un ampli da 10W (diaeci) può costare centinaia di euro, figuriamoci da 1000W. Poi ci sono i problemi legati alla perfetta messa in fase degli ampli etc.
Il trasfo da dieci watt costosissimo a cui ti riferisci non è per PA, ma per hi-fi a valvole. I trasfo per PA vengono costruiti dalle stesse aziende e con le stesse tecniche dei comuni oggetti per alimentazione. La "messa in fase" degli ampli è l'ultimo dei problemi, a meno che non emerga qualche dettaglio tecnico che illustri una buona ragione per cui la fase del segnale audio in transito in un ampli digitale dovrebbe cambiare a caso e in modo imprevedibile.
schottky ha scritto:Questa è la prima le altre , poi sono venute fuori dal cappello per difendere questa idea balzana con argomenti speciosi e provocatori, che non meritano di essere presi in considerazione , ma che ci attendiamo da chi scrive: Conoscere la legge di Ohm così come viene scritta e recitata fa scena e aiuta a superare gli esami, ma non è detto che aiuti a pensare e costruire circuiti reali migliori.Non pretendo che le mie metafore piacciano a tutti, ma quando le scrivo parto dal presupposto che il significato reale possa comunque emergere. Un esempio storico a supporto di tale tesi lo trovi nel transistor (o nel cosiddetto "effetto transistor"): non lo hanno cercato e scoperto mettendo in pratica pedissequamente le formule teoriche note all'epoca, ma lo hanno intuìto e verificato per puro caso mentre smanettavano in laboratorio cercando di migliorare il funzionamento di un diodo. In altre parole: NON avevano alcuna conoscenza teorica sul transistor (perché non esisteva e nessuno ci aveva mai pensato, visto che c'erano già le valvole), eppure, una volta constatato che la faccenda poteva funzionare ed essere utile, si son dati da fare e magari hanno sfruttato le conoscenze teoriche per spiegare il fenomeno a posteriori. Se avessero buttato via tutto solo perché l'idea non compariva nei libri di testo e non era contemplata nelle prove d'esame, oggi non avremmo i circuiti integrati, Internet, i telefoni cellulari, e magari ascolteremmo la radio con un grosso scatolone di legno con dentro sei valvole termoioniche e un grosso trasformatore avvolto a mano.
Se sbagli perché non sai, commetti un errore. Se sbagli perché non vuoi sapere, ne commetti due.