Discussioni di carattere generale sull'elettronica analogica e digitale. Didattica e applicazioni pratiche.
#2870
schottky ha scritto:l'idea di sommare la potenza degli amplificatori col trasformatore è semplicemente folle, l'esempio dei sistemi di diffusione sonora PA è per niente attinente...
Sono stato il primo a dire che l'idea fosse folle. Sto cercando semplicemente una spiegazione tecnica di tale probabile follia. Dire che l'idea è folle a prescindere perché proviene da un perfetto sconosciuto che non avrebbe letto prima dei libri non è una motivazione tecnica. Non ho citato gli ampli PA come esempio a caso; li ho citati perché si presterebbero bene ad una sperimentazione in quanto già forniti di trasformatore d'uscita.
schottky ha scritto:I problemi più grossi per una soluzione del genere sono di ordine qualitativo e di costo, infatti nei sistemi di diffusione PA la qualità è appunto PA...
E quale sarebbe, di grazia, la qualità PA? Negli ampli per Public Addressing non è richiesta una qualità audio particolare; anzi, la banda passante è spesso limitata a poco più del necessario per diffondere la voce e un po' di musica di sottofondo.
schottky ha scritto:basta pensare che il trasformatore di uscita di prima qualità per un ampli da 10W (diaeci) può costare centinaia di euro, figuriamoci da 1000W. Poi ci sono i problemi legati alla perfetta messa in fase degli ampli etc.

Il trasfo da dieci watt costosissimo a cui ti riferisci non è per PA, ma per hi-fi a valvole. I trasfo per PA vengono costruiti dalle stesse aziende e con le stesse tecniche dei comuni oggetti per alimentazione. La "messa in fase" degli ampli è l'ultimo dei problemi, a meno che non emerga qualche dettaglio tecnico che illustri una buona ragione per cui la fase del segnale audio in transito in un ampli digitale dovrebbe cambiare a caso e in modo imprevedibile.
schottky ha scritto:Questa è la prima le altre , poi sono venute fuori dal cappello per difendere questa idea balzana con argomenti speciosi e provocatori, che non meritano di essere presi in considerazione , ma che ci attendiamo da chi scrive: Conoscere la legge di Ohm così come viene scritta e recitata fa scena e aiuta a superare gli esami, ma non è detto che aiuti a pensare e costruire circuiti reali migliori.
Non pretendo che le mie metafore piacciano a tutti, ma quando le scrivo parto dal presupposto che il significato reale possa comunque emergere. Un esempio storico a supporto di tale tesi lo trovi nel transistor (o nel cosiddetto "effetto transistor"): non lo hanno cercato e scoperto mettendo in pratica pedissequamente le formule teoriche note all'epoca, ma lo hanno intuìto e verificato per puro caso mentre smanettavano in laboratorio cercando di migliorare il funzionamento di un diodo. In altre parole: NON avevano alcuna conoscenza teorica sul transistor (perché non esisteva e nessuno ci aveva mai pensato, visto che c'erano già le valvole), eppure, una volta constatato che la faccenda poteva funzionare ed essere utile, si son dati da fare e magari hanno sfruttato le conoscenze teoriche per spiegare il fenomeno a posteriori. Se avessero buttato via tutto solo perché l'idea non compariva nei libri di testo e non era contemplata nelle prove d'esame, oggi non avremmo i circuiti integrati, Internet, i telefoni cellulari, e magari ascolteremmo la radio con un grosso scatolone di legno con dentro sei valvole termoioniche e un grosso trasformatore avvolto a mano. :)
#2871
zioelp ha scritto:..... Un esempio storico a supporto di tale tesi lo trovi nel transistor (o nel cosiddetto "effetto transistor"): non lo hanno cercato e scoperto mettendo in pratica pedissequamente le formule teoriche note all'epoca, ma lo hanno intuìto e verificato per puro caso mentre smanettavano in laboratorio cercando di migliorare il funzionamento di un diodo. In altre parole: NON avevano alcuna conoscenza teorica sul transistor (perché non esisteva e nessuno ci aveva mai pensato, visto che c'erano già le valvole), eppure, una volta constatato che la faccenda poteva funzionare ed essere utile, si son dati da fare e magari hanno sfruttato le conoscenze teoriche per spiegare il fenomeno a posteriori. Se avessero buttato via tutto solo perché l'idea non compariva nei libri di testo e non era contemplata nelle prove d'esame, oggi non avremmo i circuiti integrati, Internet, i telefoni cellulari, e magari ascolteremmo la radio con un grosso scatolone di legno con dentro sei valvole termoioniche e un grosso trasformatore avvolto a mano. :)


Il trasformatore è stato scoperto nel 1836, da allora ad oggi NON mi pare di aver mai letto/sentito di un trasformatore con più di un generatore collegato. :shock:
#2874
dsalva ha scritto:Il trasformatore è stato scoperto nel 1836, da allora ad oggi NON mi pare di aver mai letto/sentito di un trasformatore con più di un generatore collegato. :shock:

Nemmeno io ho mai sentito (non letto, perché ormai mi avete convinto che io non leggo ma guardo solo le figure) di un trasformatore con più di un generatore collegato. Se ancora non si fosse capito, è proprio per questo che cercavo info anche via forum: dato per scontato che NON sia prassi comune collegare più di un generatore ad un trasfo, esiste una ragione tecnica diversa da "è una sciocchezza", "non è mai stato fatto", "costerebbe troppo", "gli ampli devono essere in fase", "si rischia la scomunica dal Vaticano"? Critiche e commenti all'idea sono leciti e accettabilissimi; critiche e commenti diretti alla persona che ha proposto l'idea come semplice argomento di discussione sono solo inutili.
#2883
Non resta che sperimentare... basta un trasfo multipresa ed un paio di multimetri. Le nuove idee possono sembrare bislacche ma sempre prima che si mettano in pratica o se ne dimostri fattibilità e utilità.

Saluti.
#2885
Bios ha scritto:Non resta che sperimentare... basta un trasfo multipresa ed un paio di multimetri...

In quanto a sperimentare non mi tiro certo indietro, ma purtroppo non credo che basti il materiale che citi. A spanne dovrò procurare due finali in classe D da una ventina di watt (e questo e facile); quattro alimentatori switching da 24V / 2A (e anche questo e facile); un generatore di segnali audio (che ho disponibile); alcuni diffusori PA da dieci watt (che posso farmi prestare); e infine un trasfo X, che non esiste e dovrei far avvolgere su misura non sapendo come descrivere al tecnico le caratteristiche da ottenere. :(
Ma non sarà certo tale "dettaglio" ad impedirmi di sperimentare, perché in un momento di particolare follia potrei prendere un nucleo toroidale di stazza adeguata e avvolgerci sopra a mano due primari (con filo grosso e poche spire) e un secondario (con filo sottile e tante spire). Le cifre associate a "tante" e "poche" spire non le conosco in anticipo, ma posso sempre avvolgere in eccesso e poi srotolare. :)

Saluti
#2886
Beh, andrei per gradi. Proverei prima a miscelare due sorgenti AC. Il trasfo "sommatore". Successivamente mi preoccuperai di trasporre la sperimentazione sul fronte audio.

Saluti.
#2887
Bios ha scritto:Beh, andrei per gradi. Proverei prima a miscelare due sorgenti AC. Il trasfo "sommatore". Successivamente mi preoccuperai di trasporre la sperimentazione sul fronte audio.

E' una possibilità, ma mi sembrerebbe di esercitarmi con la chitarra per imparare a suonare il piano. :)
In più mi salgono in mente almeno un paio d'interrogativi di non poco conto: dove le prenderei due "sorgenti AC" non pericolose? come dimostrerei che in uscita ho davvero quasi il doppio della potenza, senza applicare un carico adeguato?
Potrei prendere le "sorgenti AC" da due secondari di un trasfo ausiliario di cortesia, ma ciò non mi darebbe alcuna informazione sul corretto adattamento d'impedenza coi miei due primari avvolti. Le sorgenti AC trasferirebbero energia a prescindere dall'impedenza esibita dai miei primari, mentre due finali audio apprezzerebbero moltissimo che l'impedenza vista fosse almeno vicina a quella teorica per cui son costruiti.
Pensa alla trasmissione Forum condotta dalla bravissima collega Barbara Condorelli: spesso, già dopo un minuto dal dibattimento iniziale, si intuisce (o si crede di intuire) chi ha torto e chi ha ragione, ma se milioni di telespettatori accettano di rimanere davanti al video sorbendosi quattordici pause pubblicitarie complessivamente più lunghe del programma stesso, è perché son curiosi di conoscere i motivi alla base del verdetto, non semplicemente l'esito in forma di sì o no.
#2890
Bios ha scritto:Beh, andrei per gradi. Proverei prima a miscelare due sorgenti AC. Il trasfo "sommatore". Successivamente mi preoccuperai di trasporre la sperimentazione sul fronte audio.

Saluti.


Questo è sicuramente fattibile e pure già fatto , in pratica un syncro è un oggetto che sfrutta l'orientamento variabile di un avvolgimento rispetto ad altri due, facendo la somma vettoriale delle due tensioni per misurare l'angolo dello avvolgimento fisso. Essendo , come tutti i trasformatori una macchina reversibile, usato all'inverso funziona esattamente come un trasformatore sul cui secondario si ritrova la somma (vettoriale) delle due tensioni primarie. Il problema nella balzanità dell'idea da usare in campo audio, che comporta larga banda passante difficilissima da ottenere con componenti avvolti.
In altre parole l'idea non ha alcun contenuto di novità, non si fa non perchè sia nuova ma perchè è inutile e dannosa, è un modo ESTREMAMENTE PIU' COMPLESSO E COSTOSO di fare quello che già sappiamo fare in modo semplice, economico e qualitativamente sicuramente superiore.
Bios ringraziano
#2892
E' appena il caso di ricordare che un trasformatore audio (qualsiasi trasformatore audio) per funzionare in modo approssimativamente lineare ha bisogno di un traferro, traferro i quale, aumentando la riluttanza del circuito magnetico richiede un enorme sovradimensionamento dei circuiti magnetici rispetto a quelli per alimentazione, è questo uno solo dei tanti motivi per cui un trasformatore di uscita da pochi watt e che possa essere usato per un ascolto decente costa così tanto.
#2895
schottky ha scritto:E' appena il caso di ricordare che un trasformatore audio (qualsiasi trasformatore audio) per funzionare in modo approssimativamente lineare ha bisogno di un traferro...
Non ho motivo di dubitarne, ma a parte gli ultimissimi modelli digitali appena comparsi sul mercato, che non usano più un trasformatore in uscita, tutti gli ampli PA analogici costruiti dal dopoguerra ad oggi hanno usato e continuano ad usare un trasformatore, con potenze in catalogo da poche decine a diverse centinaia di watt. Certamente non sono tascabili e non sono ad alta fedeltà, quindi ben venga il loro rimpiazzo con soluzioni più compatte e leggere, ma da qui a bollarli come una piaga ce ne corre.
Ciò detto, approfitto dell'occasione per rimediare ad un lapsus: la giornalista che conduce Forum non è Barbara Condorelli ma Barbara Palombelli. :oops:
Vendo

OWON HDS2202S nuovo imballo originale 190.00 eur[…]

Sono comuni interruttori a levetta DPDT. Se le due[…]

Visita il nostro canale telegram