scienziatone ha scritto:
Dalla teoria so che per un diodo valgono queste approssimazioni:
- se Vd < Vgamma = 0,7V => Id = 0 => D OFF
- se Id > 0 => Vd = Vgamma => D ON
in questo caso invece avrei Vd = Vcc = 5V, è plausibile avere questa tensione ai capi del diodo e ritenerlo ON?
Ho come l'impressione che tu non distingua bene tra il concetto di
caduta di tensione ai capi di... e
tensione applicata ai capi di...Questa e' la curva caratteristica di un diodo:
CaratteristicaDiodo.jpg (12.72 KiB) Visto 1214 volte
Ora, possiamo ragionare sul grafico in due modi differenti:
1) Nel diodo scorre una certa corrente (imposta, causata, provocata dal resto del circuito che gli sta attorno): si legge il valore della
caduta di tensione ai suoi capi corrispondente, sull'asse orizzontale.
2) Gli imponiamo NOI una tensione (ad esempio attaccandogli una pila, un alimentatore, insomma un
generatore di tensione). Allora il diodo sara' percorso da una corrente desumibile dall'asse verticale. A una certa tensione
applicata al diodo, corrisponde una certa corrente che lo attraversa.
Dal grafico si vede gia' subito che, per tensioni
applicate al diodo oltre il valore di soglia, la corrente aumenta bruscamente e la curva ha una pendenza elevata. Collegare ad esempio il diodo a un generatore di 2V significa fargli scorrere (nel diodo) una corrente di svariate centinaia di mA. Il diodo molto probabilmente scaldea' troppo e alla fine si brucera'. Per limitare tale corrente si mette una resistenza in serie. A questo punto la corrente assumera' valori piu' ragionevoli, diciamo da qualche mA a qualche decina di mA.
La cosa interessante e' che, a causa dell'elevata pendenza della curva caratteristica, la caduta di tensione ai capi del diodo, pur la corrente variando anche molto, varia poco. Talmente poco che in genere si preferisce assumerla costante e pari a circa 0,7V.
Ritornando al caso 1), possiamo desumere che se noi pilotiamo il diodo in corrente anziche' in tensione (gli applichiamo cioe' un generatore di corrente ai suoi capi, in un certo intervallo di funzionamento, diciamo tra \(V\gamma\) e fino a un decimo della corrente massima sopportabile da quel particolare diodo, la tenione ai suoi capi varia poco, e la si considera quasi costante e pari a 0,7V.
Detto tutto cio', cosa si puo' concludere? Che occorre distinguere tra due casi.
Un diodo, posto in un quaslsiasi circuito, lo si puo' pensare attraversato da una corrente ignota. Allora la c.d.t. ai suoi capi vale 0,7V, sempre, se il diodo e' in conduzione.
Oppure a un diodo viene applicata (ripeto applicata da NOI, da una parte del circuito esterno) una tensione ignota, purche' superiore a \(V\gamma\). Allora il diodo sicuramente condurra'. Ma non possiamo piu' dire che la tensione ai suoi capi e' 0,7V, perche' gliela stiamo imponendo noi. Casomai otterremo che esso sara' percorso da una corrente piu' o meno intensa, col rischio di bruciarsi se la tensione che gli viene applicata e' troppo alta.
Lo stesso identico ragionamento si applica ai transistor, nei riguardi della giunzione base-emettitore: se il bjt e' attivo (saturo o meno, non importa) perche' gli stiamo iniettando un po' di corrente in base, allora la c.d.t. ai capi di B e E vale circa 0,7V, piu' o meno costante.
Ma se NOI variamo la VBE tramite un generatore esterno, la VBE la imponiamo NOI, e a variare sara' la corrente, e di brutto anche ( sempre a causa dell'elevata pendenza della curva caratteristica di una giunzione PN).
Questo spiega perhe' i bjt si pilotano sempre in corrente e mai in tensione: pochi mV di variazione sulla tensione base-emettitore causerebbero grandi e probabilmente eccessive variazioni nella corrente di base (e di conseguenza anche nella corrente di collettore),
Quindi la risposta alla tua domanda e' SI. Con 5V il diodo conduce. Ma molto probabilmente si brucera' quasi subito. Pero' non devi preoccuparti di cio' perche' sono solo ragionamenti
teorici, per assurdo. L'importante e' che il diodo conduca, no?