Mi ero confuso anchio con i due quesiti, peraltro di due diversi autori, sovrapposti, a questo punto cerco di dare la mia risposta ad entrambi
@antarion apprezzo gli amici che hanno cercato di aiutarti, ma ribadisco il mio primo intervento. Il circuito a cui ti riferisci , a quanto pare, è abbastanza complesso, se le tue competenze sono riassunte nella frase:
acquistare i componenti e farli poi saldare da chi ha le mani pulite
devi tener conto che nelle operazioni di riparazione di in circuito elettronico le fasi diagnosi individuzione del guasto,
dissaldatura e testing dei componenti sono la parte più difficile, al confronto l'operazione di saldatura dei componenti sostitutivi è uno scherzo, quindi provaci se vuoi ma aspettati una delusione
@Pezzu Classicamente un amplificatore audio di una cassa attiva ha una alimentazione duale +X Volt e -X Volt che viene applicato al circuito, lo stadio finale è costituito da due transistor di potenza (in genere un NPN e un PNP) e il circuito è fatto in modo che il puntu di congiunzione dei due finali stia a 0Volt in assenza di segnale. Così i due rami dell'alimentazione, sempre in assenza di segnale, erogano una corrente molto piccola, la cui maggior parte è la
corrente di polarizzazione dei finali. Se per caso uno dei due finali va in corto circuito oppure si apre, che sono i classici guasti di un transistor, il circuito si sbilancia e all'uscita si presenta tutta la tensione positiva oppure quella negativa a seconda del guasto, la cosa ha due conseguenze misurabili a) uno dei rami di alimentazione eroga una corrente molto alta corrispondente al rapporto tra la tensione di alimentazione e la resistenza dell'altoparlante b) la bobina dell'alloparlante, soggetta a questa corrente molto elevata e continua viene attratta ad una delle estremità della corsa a seconda della polarità del guasto.
Ovviamente questo comportamento giustifica i due fenomeni che osservi.