- 16 dic 2015, 11:17
#1454
A proposito di stimoli, devo dire che l’argomento mi pareva assai marginale, ma, ripensandoci, ho colto che il problema sta nel concetto espresso dalla parola ”costante”.
Se la sostituiamo con “lineare” abbiamo un diverso approccio.
Il primo è vittima della scienza come si è (d)evoluta, l’altro della Scienza come non è presente attualmente in quantità sufficiente.
L’errata credenza che Galileo faccia da spartiacque tra il passato degli astrologi e la modernità dei fisici, non tiene conto che tra scienza e Scienza la divaricazione abbia origini molto più antiche. Basta leggere quello che dice Seneca nelle Questioni Naturali a riguardo della diversa posizione degli aruspici etruschi e romani di fronte al fulmine.
Galileo dà solo un metodo, che è quello che, degenerando, che porta poi al “costante”.
E, peraltro, ammettere che la scienza è solo modelli e che questi modelli sono “lineari” solamente in ambiti molto ristretti è spiazzante; che perfino le “costantissime” Leggi di Ohm siano tutt’altro che lineari, come pure il rapporto tra il flusso del campo magnetico concatenato al circuito e l'intensità della corrente o perfino la lunghezza, e di conseguenza il tempo, è troppo duro da ammettere per quelli che si accontentano di quanto dato dalla “costanza”.
Ma lo scopo della scienza non è, per sua dichiarazione, la conoscenza del mondo.
Però è interessante che alcuni capitino a pensare sulle incongruenze dei modelli e la sicumera di chi li divinizza; c’è da sperare che chi ha la possibilità si senta in dovere di indagare più a fondo.
Se la sostituiamo con “lineare” abbiamo un diverso approccio.
Il primo è vittima della scienza come si è (d)evoluta, l’altro della Scienza come non è presente attualmente in quantità sufficiente.
L’errata credenza che Galileo faccia da spartiacque tra il passato degli astrologi e la modernità dei fisici, non tiene conto che tra scienza e Scienza la divaricazione abbia origini molto più antiche. Basta leggere quello che dice Seneca nelle Questioni Naturali a riguardo della diversa posizione degli aruspici etruschi e romani di fronte al fulmine.
Galileo dà solo un metodo, che è quello che, degenerando, che porta poi al “costante”.
E, peraltro, ammettere che la scienza è solo modelli e che questi modelli sono “lineari” solamente in ambiti molto ristretti è spiazzante; che perfino le “costantissime” Leggi di Ohm siano tutt’altro che lineari, come pure il rapporto tra il flusso del campo magnetico concatenato al circuito e l'intensità della corrente o perfino la lunghezza, e di conseguenza il tempo, è troppo duro da ammettere per quelli che si accontentano di quanto dato dalla “costanza”.
Ma lo scopo della scienza non è, per sua dichiarazione, la conoscenza del mondo.
Però è interessante che alcuni capitino a pensare sulle incongruenze dei modelli e la sicumera di chi li divinizza; c’è da sperare che chi ha la possibilità si senta in dovere di indagare più a fondo.