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#5013
Buongiorno, sarei curioso di sapere se i dispositivi antitaccheggio a radiofrequenza consentono l'applicazione del meccanismo di rilevamento direttamente su normali etichette adesive usa-e-getta, oppure è previsto necessariamente l'uso di particolari etichette rigide (quelle tipiche placchette presenti per es. sulle calzature nei grandi centri di distribuzione) da appuntare con strumenti appositi sul prodotto.
#5014
I tag RFID sono realizzabili anche su circuiti flessibili, ma:
- per quanto basso, hanno un costo, per cui usa-e-getta mi pare un po' troppo
- sono rigide per ridurre le possibilità di danno durante l'uso
- sono fissate con un apposito strumento per evitare che vengano tolte con troppa facilità dai disonesti.
#5015
I tag RFID sono realizzabili anche su circuiti flessibili, ma:
- per quanto basso, hanno un costo, per cui usa-e-getta mi pare un po' troppo


Grazie per questa bella risposta. Il mio dubbio è: nei centri di distribuzione (supermercati ecc.) capita di vedere che una parte di beni abbia il tag rigido (per es. capi d'abbigliamento), mentre il grosso dei prodotti no. Mi chiedevo perché non adottare il sistema a RF, in modo da dotare ogni articolo di un sistema antitaccheggio, applicando cioè questo a ridosso della etichetta indicante il prezzo, se è tecnicamente possibile. Tu dici che è per una questione di costi? Quanto inciderebbe percentualmente?
#5018
Per i costi devi rivolgerti ad un produttore e farti fare un preventivo.
Per quanto ho di esperienza una etichetta tag costa 10/15 volte più di una etichetta normale, ma dipenderà dalle caratteristiche. E dalle quantità, con riduzioni che riguardano da 100kpezzi in su.
E sto parlando delle etichette di prodotto, non di quella cartacea stampata dal punto vendita con il barcode, la scadenza e il prezzo.

Il tag ha dei limiti: ad esempio, non può essere più piccolo che tanto (riducendo le dimensioni, si rischia di rendere il tag non rilevabile - si può fare molto piccolo, basta pensare a quelle iniettabili, ma il costo è tutt'altro che zero e il rilevamento avviene praticamente solo a contatto), non si può piegare o stropicciare (si cambierebbero le caratteristiche della bobina), non è di carta, ma su un supporto plastico, non lavora bene in ambiente umido (sicuramente non la puoi mettere sul formaggio o sull'insalata).

Se provi a chiederti perchè i tag si applicano su oggetti costosi (anche costo rispetto al volume, ovvero facilità di "intascare" l'oggetto) e non sulle patatine , dovrebbe risultarti evidente che si cerca di difendere dal furto qualcosa per cui vale la pena di aggiungere un costo, per quanto minimo.
Il resto si calmiera con la sorveglianza e le telecamere.

Per quanto bassi possano essere i costi, attualmente sono comunque molto elevati rispetto al sistema di etichettature normale, a cui vanno aggiunte (e non sostituite) dove si tratta di etichettature di costo locale.

Questo non vuol dire che non ci può essere la possibilità di avere tag a costo quasi 0 da applicare anche sulle mele, ma non mi sembra che ci sia alcuna ricerca in questa direzione, almeno per le merci a basso costo in area di vendita, dato che non ci sarebbe alcun vantaggio pratico.

Diversa è la situazione se si intende usare i tag per magazzino e picking: l'aumento di costo viene compensato dalla possibilità di controllare in automatico il movimento della merce e annullare gli errori di movimentazione.
#5024
E sto parlando delle etichette di prodotto, non di quella cartacea stampata dal punto vendita con il barcode, la scadenza e il prezzo.

Ecco, infatti io pensavo proprio a quelle stampate direttamente dal produttore; lui dovrebbe organizzare e supportare il sistema difensivo.

Comunque sia, mi dici poi che andrebbero messi a parte i tag su supporto plastificato, quindi non si potrebbe sfruttare l'esistente (che per giunta assume forme varie seguendo le linee del prodotto).

Non minima idea dei costi, ma per esempio, ipotizzando un costo unitario di 1 cent, si passerebbe a circa 10, che suppongo andrebbero poi a pesare sul prezzo di vendita, e dunque sarebbe il consumatore finale a sobbarcarsi tutti gli oneri di gestione della cosa. Quindi costi di sorveglianza (telecamere, personale dedicato), inciderebbero meno.

Era solo una mia idea o curiosità, visto che nei grandi centri di distribuzione il problema del furto mi pare molto attuale (si pensi alla tentazione indotta dalle casse rapide attivate in alcuni punti vendita..). Del resto, se un sistema del genere non viene implementato, un motivo ci deve pur essere, e tu lo hai messo in luce molto chiaramente. Grazie.
#5025
filips ha scritto:E sto parlando delle etichette di prodotto, non di quella cartacea stampata dal punto vendita con il barcode, la scadenza e il prezzo.

Ecco, infatti io pensavo proprio a quelle stampate direttamente dal produttore; lui dovrebbe organizzare e supportare il sistema difensivo.

Comunque sia, mi dici poi che andrebbero messi a parte i tag su supporto plastificato, quindi non si potrebbe sfruttare l'esistente (che per giunta assume forme varie seguendo le linee del prodotto).

Non ho una minima idea dei costi, ma per esempio, ipotizzando un costo unitario di 1 cent, si passerebbe a circa 10, che suppongo andrebbero poi a pesare sul prezzo di vendita, e dunque sarebbe il consumatore finale a sobbarcarsi tutti gli oneri di gestione della cosa. Quindi costi di sorveglianza (telecamere, personale dedicato), inciderebbero meno.

Era solo una mia idea o curiosità, visto che nei grandi centri di distribuzione il problema del furto mi pare molto attuale (si pensi alla tentazione indotta dalle casse rapide attivate in alcuni punti vendita..). Del resto, se un sistema del genere non viene implementato, un motivo ci deve pur essere, e tu lo hai messo in luce molto chiaramente. Grazie.
#5026
Secondo me vi è anche un altro inconveniente all'uso di etichette antitaccheggio di prodotto non rimovibili. Il fatto che con l'uscita dal punto vendita non si resettano cosa che ti impedisce di rientrare in quel punto vendita (è anche in un altro se apposte dal produttore) detenendo un oggetto regolamento acquistato.
#5028
Se le etichette rfid siano convenienti o meno è questione più filosofica che economica, ormai le stampano anche on demand
barcode-with-embedded-tag1.jpg
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Come hanno ben evidenziato mars e schottky, se il fine è gestire un inventario o un magazzino allora convengono di sicuro, se il fine è limitare (non impedire!) i furti allora non convengono perchè la caratteristica fondamentale è che non vengano rimosse o scambiate con altre riferite ad un prodotto di valore inferiore (come già fanno parecchi furbetti nei megamarket). Inoltre se le flexible labels rfid fossero applicate già dal produttore in modo inamovibile servirebbe un database centralizzato (con annessi canoni di utilizzo) che mantenga la storia di tutti gli acquisti, i regali, i furti e rapine, le importazioni illegali nei container di banane per evadere la dogana, un pò come avviene per gli IMEI dei cellulari. Per inciso qualcuno sta seriamente pensando di inserire rfid flessibili nelle banconote per tracciarne i movimenti sospetti ed illegali.

Però un conto è limitarsi ai cellulari perchè il database degli IMEI mondiali lo mantengono aggiornato i gestori telefonici, un altro è tracciare tutti i macaddress, rfid e similia del mondo: servirebbe la skynet di terminator col sempre attuale marchio della bestia senza il quale non si vende e non si compra...
GioRock ringraziano
#5036
schottky ha scritto:Secondo me vi è anche un altro inconveniente all'uso di etichette antitaccheggio di prodotto non rimovibili. Il fatto che con l'uscita dal punto vendita non si resettano cosa che ti impedisce di rientrare in quel punto vendita (è anche in un altro se apposte dal produttore) detenendo un oggetto regolamento acquistato.


Però io sapevo questo:

«Per dis­at­ti­vare la targhetta, si usa un emet­ti­tore di radiofre­quenza rel­a­ti­va­mente potente (molto più potente di quello dei sen­sori ad arco) che manda in sovrac­carico il cir­cuito e lo dis­abilita per­ma­nen­te­mente.».

Ciò sembra ovviare al problema evidenziato.
#5037
double ha scritto:Inoltre se le flexible labels rfid fossero applicate già dal produttore in modo inamovibile servirebbe un database centralizzato (con annessi canoni di utilizzo) che mantenga la storia di tutti gli acquisti, i regali, i furti e rapine, le importazioni illegali nei container di banane per evadere la dogana, un pò come avviene per gli IMEI dei cellulari.


Perché?
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