Sezione a tema libero in cui è possibile discutere di argomenti che non rientrano nelle altre categorie.
#231
Bios ha scritto:Dissento. Quelli dell'ISIS non li definirei "colti" eppure di danni ne fanno. Se la tua idea avesse riscontro potrei concludere che ferocia=istruzione e quindi penserei che sempre loro dell'ISIS sono mooolto istruiti, oserei dire degli scienziati, dei veri GENI. O che i pacifisti abbiano l'ignoranza direttamente codificata nel DNA.


No bios non mi sono spiegato bene allora..... Io non dico che colto = guerrafondaio e ignorante = pacifista, dico solo che cultura e guerra non possono essere associati con tanta semplicità. Abbiamo popoli piuttosto avanzati e colti che in base al tuo ragionamento dovrebbero essere dei modelli pacifisti ed invece covano ed investono, cercando OVUNQUE il pretesto per fare guerra al solo scopo di difendere i propri interessi Gli USA ne sono un esempio lampante.... Guerrafondai ci sono anche tra gente che ha ottima istruzione e senza di queste persone, le guerre OGGI non vedrebbero la luce.
Che i signori dell' ISIS siano istruiti ne dubito, ma sono certamente governati da dei capi che non fanno il loro interesse, e hanno una povertà come pochi altri stati al mondo nonostante abitino sopra una ricchezza immensa e se quel po che hanno è nelle mani di pochissimi, la restante popolazione è in condizioni disastrate e quindi facilmente manipolabile anche per un tozzo di pane o peggio per una grazia divina!
Le lobbyes hanno messo gli occhi sulla Siria già da qualche decennio, ora lascia scannare quei 4 gatti, dai un pretesto AGLI ERUDITI LIBERALI per agire con la forza, e in giro di poco tempo vedrai i COLTI portatori di democrazia trivellare e succhiare l' anima a quelle terre, senza contare che con un colpo simile pigli due piccioni con un fava: dai una spallata ai loro simpatizzanti russi, e garantisci un accesso diretto al mar mediterraneo a tutto quel ben di Dio che già si preleva in Iraq.... interessante è dare un occhiata alle recenti intenzioni della shell per capire come devono andare le cose da qui a poco in quelle terre.....
Ripeto, come dicono i francesi: "c'est l'argent qui fait la guerre" tutto il resto sono chiacchiere.... l' importante è farla la guerra, ma ovviamente nel luogo giusto!

Edito: informati su: Sheikh Ahmad Moaz al Khatib .... non è li per caso!
Ultima modifica di Maxim il 28 apr 2015, 22:17, modificato 1 volta in totale.
#232
Bios ha scritto:Hai sbagliato nemico: ce l'hai con le lobby.

Quindi confermi.
#233
Bios ha scritto:
Bios ha scritto:Hai sbagliato nemico: ce l'hai con le lobby.

Quindi confermi.


Questa è la mia opinione.... io non vedo altro che guerre cercate, volute e desiderate, al solo scopo di trarre profitto.
Può pure darsi che mi sbaglio ma le argomentazioni esposte non riescono a farmi cambiare idea in proposito.
#234
Maxim ha scritto:
Bios ha scritto:
Bios ha scritto:Hai sbagliato nemico: ce l'hai con le lobby.

Quindi confermi.

Questa è la mia opinione....

Dunque non è questione di ignoranza o erudizione. Sono solo le esigenze di pochi davanti a quelle di tutti.

Nient'altro.
#235
Bios ha scritto:Dunque non è questione di ignoranza o erudizione. Sono solo le esigenze di pochi davanti a quelle di tutti.
Nient'altro.


Bhè non è detto che siano pochi.... a volte appresso a quei pochi, ne traggono "beneficio" in tanti.... ma nessuno fa qualcosa per nulla e gloria è morta giovane!
#236
Maxim ha scritto:
Bios ha scritto:Dunque non è questione di ignoranza o erudizione. Sono solo le esigenze di pochi davanti a quelle di tutti.
Nient'altro.


Bhè non è detto che siano pochi.... a volte appresso a quei pochi, ne traggono "beneficio" in tanti.... ma nessuno fa qualcosa per nulla e gloria è morta giovane!


La lobby fa il suo proprio interesse finanziario, non il tuo e nemmeno quello dei tanti. Sempre e comunque. Se terzi ci guadagnano è effetto collaterale; tutto il resto è cartello.
#238
Non mi pare che legare "cultura" e guerra o pace sia una equazione valida.
Il sapere è oggettivo ed è quello che se ne fa che è soggettivo.
Popoli di elevata "cultura" e tradizione, come Svizzeri, Danesi, Svedesi sono, se non pacifisti, per lo meno neutrali convinti. Popoli "incolti" come quelli di molti paesi africani sono vittime di guerre continue.
Quello che mi sembra chiaro è che più un popolo nella sua maggioranza è privo di "cultura" e "tradizioni" molto più è soggetto ad essere vittima dei pochi che, disponendo di "cultura", ne fanno un uso perverso.
E quanto più la maggioranza di un popolo ha una sufficiente "cultura", tanto più è in grado di mantenere sotto controllo la sua componente negativa.
La follia elogiata da Erasmo non è incultura, ma l' opposto.

Il fatto che , diciamo, "la componente negativa" abbia una "cultura" è certo: se non sa, come può fare?
Ma dichiarare "uomini di cultura" Hitler o Stalin o alBaghdadi è assurdo.
Anche perchè è da vedere se sono solo questi i nomi a cui ascrivere i fatti.
E gli hitler, stalin, albaghdadi, obama, cameron, ecc. vanno al potere e ci restano solo perchè la maggioranza del popolo è culturalmente bovino e privo di tradizione.
D'altronde mi pare che anche tu sia d'accordo sul fatto che il poppollo più è ignorante (e queindi incoscio), più origina dittatori.

Quanto al ricordare è essenziale, perchè più si hanno ricordi, più questi permettono di delineare il presente.
Chi non è in grado di usare il ricordo è perchè non è in grado di pensare o non ha la volontà (...è faticoso...).
Quindi, il "poppollo bue" che si preoccupa solo della panza, va in guerra tranquillamente perchè non ne ha coscienza. Solo chi ha coscienza e ricorda quanto successo nel passato e, confrontandolo col presente, si oppone

Per curiosità, la citazione non è Ford, ma Guenon. Esoterista di destra, certo, ma non "fascista".

E, appunto, manca ancora una definizione di "fascismo" che era il tema iniziale.
#239
@Mars, mi pare dunque che stiamo descrivendo le due facce della medesima medaglia......
mars ha scritto: Non mi pare che legare "cultura" e guerra o pace sia una equazione valida.

E' ciò che cercavo di sottolineare con i miei interventi precedenti, le cose non possono essere legate tra loro secondo fatti oggettivi!
mars ha scritto: Il sapere è oggettivo ed è quello che se ne fa che è soggettivo.
Popoli di elevata "cultura" e tradizione, come Svizzeri, Danesi, Svedesi sono, se non pacifisti, per lo meno neutrali convinti. Popoli "incolti" come quelli di molti paesi africani sono vittime di guerre continue.

Si certo, ma permettimi di sottolineare una cosa non da poco.... I popoli Africani guarda caso, oltre ad avere una cultura relativamente bassa, hanno in comune tra loro il fatto di essere spesso sottomessi e cosa ancor più importante essere privati dell' unica ricchezza che il loro arido terreno offre: le ricchezze del sottosuolo che guarda caso interessano alla controparte COLTA! Cina, Russia, USA, e tanti stati del Vecchio continente si sono prodigati a spartirsi tutto quello che questi popoli hanno sotto i piedi.... Chiaro che in una condizione tale, prima o poi il popolo insorge! Svizzara, Danimarca e Svezia sono paesi che se messi assieme non fanno metà dell' Italia, le loro richieste energetiche sono quindi piuttosto limitate se paragonate alle nostre o quelle di stati più popolati. In ogni caso sono comunque dipendenti per quanto concerne le materie prime essendo scarsi i loro sottosuoli.... Forse la loro fortuna stà anche in ciò....
mars ha scritto: Quello che mi sembra chiaro è che più un popolo nella sua maggioranza è privo di "cultura" e "tradizioni" molto più è soggetto ad essere vittima dei pochi che, disponendo di "cultura", ne fanno un uso perverso.
E quanto più la maggioranza di un popolo ha una sufficiente "cultura", tanto più è in grado di mantenere sotto controllo la sua componente negativa.

Anche su questo credo che si possa dire l' opposto. In ogni caso se vogliamo insistere sulla correlazione "cultura" e "pace" il popolo bue elegge il solito "colto" che ne fa un uso perverso, ma ciò stà a dimostrazione che il COLTO che fà uso perverso della sua cultura sugella il fatto che cultura non và a braccetto con pace!
Il fatto a mio avviso è che la cultura non è la componente necessaria, forse è meglio parlare di SENSO CIVICO di un popolo e la sua capacità di interessarsi a mantenere uno stato di pace! Questo non può essere assoggettato alla cultura in senso stretto, ma solo al suo senso civico. Volendo tornare al continente africano, l' esempio stà tra Israele e i suoi confinanti. Israele ha la fortuna di avere strutture con il quale ha potuto innalzare il livello culturale del suo popolo, specialmente se paragonato a quello dei suoi vicini stretti. Ma nonostante tutto proprio loro sono riusciti a mettere in atto crudeltà che nemmeno il terzo reich è riuscito a partorire!
Oltretutto sottolineo che il fatto di delineare popoli come colti o ignoranti è la base di partenza per cominciare a stratificare i popoli, rendendo più meritevoli i primi e giustificando le nefandezze perpetrate verso i secondi in quanto non meritevoli del rispetto perchè non capaci di comprendere il significato della parole diritti e libertà, per poi arrivare a giustificare la loro oppressione mediante dittature cruente in quanto ritenute necessarie!
mars ha scritto: La follia elogiata da Erasmo non è incultura, ma l' opposto.
Il fatto che , diciamo, "la componente negativa" abbia una "cultura" è certo: se non sa, come può fare?
Ma dichiarare "uomini di cultura" Hitler o Stalin o alBaghdadi è assurdo.
Anche perchè è da vedere se sono solo questi i nomi a cui ascrivere i fatti.

Anche su questo ci sarebbe da discutere, così come in economia esiste il prestanome, in questi affari esiste chi ci deve mettere la faccia, e sovente è colui che piace, o che sà parlare alla gente.... D'altronde basta guardare chi governa chi, per capire che spesso i capi di stato sono scelti tra una cerchia di nomi largamente accondiscendenti verso le varie lobby del potere! Gli interessi vanno sempre a parare verso i soliti noti!
mars ha scritto: E gli hitler, stalin, albaghdadi, obama, cameron, ecc. vanno al potere e ci restano solo perchè la maggioranza del popolo è culturalmente bovino e privo di tradizione.
D'altronde mi pare che anche tu sia d'accordo sul fatto che il poppollo più è ignorante (e queindi incoscio), più origina dittatori.

Su questo non ci piove, ma non mi pare che stiamo parlando di cose diverse, anzi.... Sono tutte e due componenti necessarie affinchè il terreno sia fecondo per una guerra.... E questo vede sempre coinvolte parti "istruite" le quali dopo aver preparato il terreno rendendo il popolo popollo, possono perseguire i loro interessi.... In questo quadretto di sicuro non si delinea la parte colta che si oppone alla guerra, ne la parte ignorante che la cerca, ma si delinea una parte ignorante che ignora di essere in quella condizione ( come da te peraltro sottolineato ) e da una parte che invece sa benissimo cosa avviene, dove andare e ne trae vantaggio.... Se poi è necessario, allora è possibile tirare ancora di più la cinghia e arrivare alla forza bruta!
mars ha scritto:Quanto al ricordare è essenziale, perchè più si hanno ricordi, più questi permettono di delineare il presente.
Chi non è in grado di usare il ricordo è perchè non è in grado di pensare o non ha la volontà (...è faticoso...).
Quindi, il "poppollo bue" che si preoccupa solo della panza, va in guerra tranquillamente perchè non ne ha coscienza. Solo chi ha coscienza e ricorda quanto successo nel passato e, confrontandolo col presente, si oppone

Per curiosità, la citazione non è Ford, ma Guenon. Esoterista di destra, certo, ma non "fascista".

E, appunto, manca ancora una definizione di "fascismo" che era il tema iniziale.

Per quanto concerne la definizione di Fascismo, non sono la persona più adatta a darne una definizione che possa essere considerata tale, lascio quindi a chi sà più di me dare una definizione meritevole.
Io ho espresso le mie motivazioni riguardo ad una cosa che mi è sembrata forzata assai.
Ritengo, MAGARI SBAGLIANDO, che OGGI le guerre, NESSUNA è scoppiata per caso.
Il mondo di oggi vive e và avanti grazie alle materie prime. Le guerre oggi si fanno solo per quanto concerne le materie prime. Tutto il resto sono chiacchiere o motivazioni da dare in pasto a chi vuole crederci. Oggi i teatri di guerra, ovunque, vedono stati "avanzati e fortemente industrializzati" impegnati attivamente in queste guerre, negli stati che sino a qualche anno prima erano paradisi dove poter fare i loro porci comodi. I peggiori dittatori e terroristi, da Saddam Hussein a Bin Laden e via discorrendo, sono tutti personaggi che sono stati messi al potere con uno scopo ben preciso da chi aveva le idee BEN CHIARE su come sarebbero andate a finire le cose, certi che i loro pargoli preparassero bene il terreno affinchè la guerra potesse nascere da quelle parti. Poi il resto è "democrazia" importata a suon di multinazionali.
Le grandi lobbyes sanno benissimo che oggi il problema principale è quello delle risorse energetiche, e in futuro lo sarà ancor di più. Come Eisntein dichiarò che "Dio non gioca a scacchi" rifiutando la casualità, alla pari le grandi lobby si accerchiano di persone colte e istruite, le quali sviluppano strategie di controllo per accaparrarsi le risorse naturali in tutto il mondo. Spingono le loro radici sino ai vertici di comando degli stati e non si fanno scrupoli a privare popolazioni povere di quelle ricchezze che tanto interessano loro! Senza materie prime non v'è sviluppo e in una corsa ad accaparrarsi il futuro, data la posta in gioco tanto salata, il gioco sporco è ampiamente ammesso. Non v' spazio quindi per il rispetto e le regole. E così oggi vediamo Banche comprare centrali elettriche, compagnie petrolifere maggiori azioniste di fabbriche di armi e sostenere in toto le campagne elettorali dei loro accondiscendenti, specialmente se questi presiederanno sul seggiolino di uno degli stati più importanti del mondo!
Le guerre diventano quindi condizione necessaria, e per arrivarci il popolo deve essere privato di tutto, reso schiavo e quindi oppresso! Ma sono tutti parti infelici di menti assai colte e che non fanno le cose a caso. Un cretino mai arriverebbe a mettere in atto una guerra oggi!
Anzi, specialmente oggi, data l' elevata tecnica raggiunta e l' elevata potenza di fuoco che la maggior parte degli eserciti di questo mondo possiedono.
Dalla seconda grande guerra in avanti, l' esperienza ha dimostrato che oggi è impensabile fare le guerre di forza, ma necessitano di essere ponderate in partenza e senza la presenza di persone di un certo livello cultutale, oggi le guerre si spegnerebbero prima di nascere. Albert Speer lo ha ampiamente dimostrato, alla pari di Yamamoto e altri personaggi storici i quali hanno insegnato che oggi le guerre non sono più cose da fare di impeto o lasciare al caso. Una guerra non può essere imprevedibile e và controllata..... Il popolo in tutto questo non ha un ruolo del tutto attivo, e su alcune decisioni, non è neppure chiamato ad esprimersi.
Questa è la mia opinione, forse errata, in ogni caso parliamone e cerchiamo di capire :-)
#240
Ridaje. Ti ostini ripetutamente nell'usare negativamente una parola che è definita come l'opposto. La cultura, il sapere.. o come vuoi INNALZA coscienza e consapevolezza, non la deprime.

Le guerre continuano a persistere ed esistere solo perchè al popolo BOVE importa quando la guerra è in casa propria. Purchè sia il più lontano possibile, la sofferenza di seconda mano raccontata ai TG, non fa spavento a nessuno. La seconda grande guerra è lontana, abbiamo dimenticato e si continua a ricadere ad oltranza negli stessi errori.

Tutto cambia per rimanere com'è (cit.), questa non è cultura ma CULTO di se stessi anticamera dell'opposta ignoranza.

Sistemare le cose sul pianeta terra richiederebbe qualche ora al massimo, il fatto è che una buona percentuale di questi 7 miliardi e rotti di zombie non è interessata alla sorte dei coinquilini planetari, anzi cinicamente parlando per alcuni se un tot schiatta di morte violenta giornalmente tanto meglio (meglio se presunti "terroristi" o anche solo abbronzati o categorie derivate\sovrapponibili). Come si dice morte tua vita mea, alla faccia della fraternitè.

La colpa, è delle signore ipocrisia ed egoismo. Non della cultura.
#241
Bios ha scritto:Ridaje. Ti ostini ripetutamente nell'usare negativamente una parola che è definita come l'opposto. La cultura, il sapere.. o come vuoi INNALZA coscienza e consapevolezza, non la deprime.


Si ma Bios, evitando il tono canzonatorio che è inutile e inappropriato, io resto dell' idea che il tutto vada sempre e comunque contestualizzato se non vogliamo parlare "in generale".
Per quanto ci si affanni a ribadire il concetto, la realtà dei fatti dimostra che per quanto un popolo possa essere colto e istruito, non rinuncia agli armamenti e alle guerre, e le và a fare in casa d' altri, con la scusa che sono degli imbecilli, pur di soddisfare il proprio ego e i propri bisogni! Della serie: Santo a casa mia ma paraculo in casa d' altri!
Ora prendi una carta geografica e tirami fuori un santo dall' elenco! Non appena hai qualcosa per cui interessarti: o sei "oppressore" o sei oppresso! non vi sono vie di mezzo! il progresso implica questo e il mondo di oggi lo esige se non vuoi rimanerne schiacciato! Cultura o meno, i popoli sono tutti uguali, come dici tu cadono sempre negli stessi errori, ma alla fine d' innanzi ai propri bisogni al proprio ego, nessuno si tira indietro, qualunque sia il proprio livello culturale!
Tutto il resto è utopia non ancora riscontrata su questo mondo!
Vendo

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