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da Bios
#403
Preso da una testata a caso, una vale l'altra.
http://www.repubblica.it/scienze/2015/06/20/news/terra_iniziata_vi_estinzione_di_massa_l_uomo_come_i_dinosauri-117272073/

Però l'uomo - anzi, laggente - non lo permetterà. Organizzeremo altri concerti (o altri convegni, a piacere) nei quali laggente per bene avrà la possibilità di salvare la natura ancora una volta. A modo suo s'intende, con chiacchere, canti, balli e rinfreschi.
Mannò, è solo una questione di pessimistico catastrofismo, il solito al lupo al lupo; le risorse del pianeta sono chiaramente inesauribili e se anche non fosse che ce frega fra tre generazioni non ci saremo, tanto vale.

Perchè la Terra non l'abbiamo presa in prestito dai nostri figli. Gliela abbiamo rubata proprio.

Saluti.
da mars
#405
Non vedo nè verità nè umanità in chi parla di "estinzione" dell' uomo in questi termini.

E' un ciclo naturale (dato che è difficile pensare che i dinosauri si siano estinti per aver deforestato o inquinato o assassinato le api) ? Oppure è indotto dall' attività umana ?

In entrambi i casi, manca nei catastrofisti il senso dell' esistenza, sostituito dal più profondo materialismo, dove, nel primo caso, l' uomo è un elemento insignificante nella storia della Terra e nel secondo è elemento dannoso.

In entrambi i casi non ci sarebbe ragione di prolungare queste esistenze, che non avrebbero senso.

Per contro, solo se si afferma un senso per l' esistenza, allora si può inquadrare il momento attuale in più giusti termini.
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da Bios
#406
Mars, forse c'è stato un misunderstanding alla base o nelle premesse, oppure non ho inquadrato la tua risposta.

Puoi commentarla\approfondirla?
Grazie.
da mars
#407
Ok. Non è un argomento semplice, anche perchè siamo tutti immersi in concetti erronei di cui è difficile liberarsi.

Mi limito, allora, all' argomento della VI estinzione di massa.

Si dovrebbe arguire che, essendocene state V prima della presente, si tratta di fenomeni ciclici.
Ora, dato che nelle precedenti V, secondo la scienza, l' uomo non c'era, esse non sono state sua responsabilità, ma fatti "normali" nella storia del pianeta Terra.
Fatti che, genere film catastrofisti, sono accaduti ed accadranno. E non possiamo farci niente.

Per la VI, in base a quanto sopra, da cosa dobbiamo dedurre una responsabilità dell' uomo?
Al massimo potremmo postulare una attiva e suicida partecipazione all'aggravarsi di fenomeni del ciclo.

Se le cose stanno così, è chiaro che l'uomo non ha di per sé alcun valore, essendo solamente un "accidente" nel percorso del sistema solare dal big-bang alla conclusione nell'entropia (o quant'altro si preferisce).

Peggio nel caso in cui diamo all'uomo la colpa, totale o parziale, del riscaldamento globale: gli attribuiamo la funzione di virus nocivo e, di conseguenza, non ci sono ragioni per cui questo suicidio collettivo non debba avvenire, anzi, essere auspicato in modo da liberare il mondo.

In tutti i casi, sarebbe difficile portare delle motivazioni non di pura sopravvivenza egoistica per le quali l'umanità debba proseguire, sia passivamente come "cosa" tra altre cose che come attivo parassita dannoso.

Ora, chi parla di catastrofi, sia dolose che colpose, si rifà comunque al concetto guida che l'uomo è un nulla, non ha alcun senso in sè più del lombrico o del panda.

Ritengo quindi una situazione "critica" quella di discutere di "catastrofi e estinzioni" partendo da questo presupposto.

Che gli uomini siano in buona parte più distruttivi che costruttivi è evidente; che l'inquinamento, l' assassinio delle api, le guerre, ecc. siano cose orrende è evidente.
Ma solo se si vedono alla luce di considerare un "senso" per l'esistenza hanno valore etico.
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da Bios
#408
Che le precedenti, in parte o in tutto, siano stati prodotto di fenomeni ciclici (o anche accidentali vedi maxi-eruzioni, meteoriti vaganti) non c'è dubbio. Differenza sostanziale tra la VI e quelle già avvenute è che, per quanto ne sappiamo oggi, non c'è stato essere vivente abbastanza "senziente" da essere in grado di autodeterminare senso e conseguenze delle proprie azioni ed eventualmente rivedere le proprie priorità o se vogliamo essere cosciente del proprio ruolo nel sistema Terra. Su quest'ultima ci torno fra poco.

La questione non è tanto l'inquinamento o le emissioni o un singolo fattore isolato dagli altri, piuttosto diversi aspetti concorrono per creare un problema più grosso. Deforestazione, antropizzazione degli ambienti selvatici, inquinamento (e non parlo solo di CO2) da operazioni estrattive di petrolio o gas naturale in larga, enorme, ABNORME scala. In questo contesto le bestie non hanno assolutamente alcuna possibilità nel determinarsi, modificare il loro ambiente e nè tantomeno modificare la loro natura per adattarsi alle nuove condizioni. Noi si e per continuare a trasformare a turno il pianeta O in giardino, parco, orto, discarica (secondo le necessità), si finisce col togliere cielo e casa a chi non è capace di assicurarsela.

Semplificando (me lo si conceda), il fatto non è tanto che queste specie dal momento della loro estinzione le si potrà vedere solo in un museo da impagliati o in illustrazione, ma che si va ad interrompere la catena trofica, intere nicchie ecologiche si ritrovano vuote mentre altre specie ne prendono il posto in un crescendo di scompensi, sovrappopolazione per mancanza di predatori o morte di predatori per mancanza di prede in un processo a valanga che difficilmente verrà arrestato prima di alterare l'intero ecosistema. Teoria dei Giochi.

Riprendo la notizia in lingua originale, interessante la lista inclusa: http://www.pixable.com/article/heres-every-single-animal-that-became-extinct-in-the-last-100-years-photos-67674

Sul ruolo dell'uomo, come promesso poco sopra. Visto che la questione è filosofica mi avvalgo dello strumento filosofia per rispondere. L'uomo, in quanto unico essere (di nostra conoscenza) ad avere raggiunto un certo grado di consapevolezza, avendo la facoltà di modificare il territorio a suo esclusivo ed unico vantaggio, avendo tutti gli strumenti per distruggere (volendo può già farlo) o preservare ha una grossa, enorme responsabilità. Ma non ho risposto: l'uomo letteralmente è la materia che si fa senziente sopra ogni altra forma di vita, universo che osserva se stesso ed in quanto tale e tenendo conto della premessa è chiaro che ruolo dell'uomo se non altro e quello di custodire, preservare ed inoltre, considerando la dotazione in materia grigia, altro ruolo è quello di studio ed incremento della conoscenza. Se così non fosse allora, non vedo a che serva avere tali caratteristiche se non per finalizzarle allo scopo di riprodursi per esaurire tutto o fin quando sarà la mancanza di risorse a dare una bella regolata.

Estinzioni cicliche e non, ce ne sono state e ce ne saranno altre. La naturà farà il suo corso ma non sarà la fine del mondo, al massimo nella peggiore delle ipotesi saremo artefici e catalizzatori (in tempi relativamente brevi) della nostra stessa estinzione. Il motore troposfera continuerà a sopravvivere sotto nuova forma e con nuove relazioni. Il vero delitto è avere la possibilità di fare qualcosa di concreto e scegliere di non farlo, anzi continuando a sostenere una crescita (e non solo demografica) letteralmente insostenibile. I campi agricoli non sono infiniti come non è infinità la loro fertilità, le risorse minerarie ed energetiche non sono infinite neppure quelle. Circondati da pattume di ogni genere e categoria, pieni di bisogni fittizi, vittime del dio possedere, trappola di consumismo; ancora, deviati da quotidiane aberrazioni come il dovere recarsi a decine a volte centinaia di chilometri SOLO PER LAVORARE, giornalmente. Varie ed eventuali.

Tutto questo è insostenibile.
Così la penso.

Saluti.
da mars
#411
Suppongo che stiamo guardando la cosa allo stesso modo ma da due punti di partenza diversi.

Infatti è ben vero che ruolo dell'uomo , tra l'altro è quello di custodire, preservare ed inoltre, considerando la dotazione in materia grigia, altro ruolo è quello di studio ed incremento della conoscenza.

Sarebbe meglio dire coscienza, anche se questa pare essere un fatto inversamente proporzionale al numero dei partecipanti: laggente, nonostante si illuda sull'argomento, di auto- coscienza ne ha ben poca, altrimenti non saremmo a questo punto.

Il fatto è che postulare l'esistenza di "materia" con auto coscienza non è elemento sufficiente da cui dedurre l'esistenza di un'etica.
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da Maxim
#412
mars ha scritto:Il fatto è che postulare l'esistenza di "materia" con auto coscienza non è elemento sufficiente da cui dedurre l'esistenza di un'etica.


In un mondo in cui l' unico termine di paragone è il profitto, e dove anche i ritmi della natura si vanno piano piano modellando in funzione di questo, parlare di etica è forse davvero fuori luogo. Le scelte sono davvero poche, specialmente di fronte al fatto che per il profitto, si muore! Forse un nuovo meteorite è il male minore.
da mars
#415
Male minore per chi?
E, sopratutto, cosa sarebbe il "male"?
Perchè senza un discriminante "etico" (anche se non è la parola giusta), cosa distingue bene e male?
Il fatto che si agisca per motivi economici, ovvero per puro materialismo non esclude il fatto che possa esistere una "etica". La quale non può essere certo messa in atto da chi agisce mosso solamente da istinti e non da ragioni. In questa direzione la meteora ci sta anche, dato che l'umanità non ha un senso se non di casualità.
Ma chi non si è mai posto le tre domande?
Se pensate che esista una risposta, non siete certo favorevoli alla meteora. Se ritenete che n on esista risposta, allora meteora o estinzione V. 6.0 sono la stessa cosa.
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da Bios
#417
Io ho imparato una cosa: nell'economia del pianeta e allargando il concetto all'universo, niente è superfluo e tutto ha una ragione e ogni cosa intreccia relazioni reciproche.
Non è dato sapere con certezza la vera utilità dell'uomo nel sistema, ma la logica mi suggerisce che una ragione c'è pure per la nostra esistenza, non posso pensare al "caso" come motore di tanta complessità, non ci credo.
Vendo

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