kookaburra ha scritto:Allora calcola nel vuoto in quanto tempo la Luna s' incontrerà con la superfice terrestre partendo es. da 1000km di altezza [le (g)ce la concediamo costanti]e in quanto lo farà una piuma (la luna immaginala come una massa puntiforme la piuma pure [CUT]
la ipotesi proposte comportano questo
- la luna ha una massa M1 con FORMA geometrica "puntiforme"
- la piuma ha una massa M2 con FORMA geometrica "puntiforme"
- la loro eventuale velocità tangenziale (qualora luna e piuma non siamo inizialmente ferme) è tale da NON consentire di restare in orbita (se restassero in orbita continuerebbero a cadere ma sempre oltre l'orizzonte terrestre)
Quindi il loro "fattore di forma" è identico ed un eventuale attrito dell'atmosfera opera allo stesso modo su entrambe.
In presenza di atmosfera le due masse raggiungeranno una velocità LIMITE dovuta all'attrito mentre in assenza di attrito atmosferico il moto sarà uniformente accellerato
Ne consegue che ENTRAMBE raggiungono la terra nello stesso identico momento, come è ovvio che sia in quanto la loro MASSA INERZIALE è identica alla MASSA GRAVITAZIONALE
Concedo che questa affermazione non è mai stata "dimostrata", ma è stata "verificata" sperimentalmente con 15 cifre dopo la virgola ("dimostrare implica una derivazione matematica mentre "verificare" implica un esperimento)
Peraltro l'esperimento che tu proponi è stato REALMENTE effettuato meno di dieci anni fa, lasciando cadere da un satellite a 700 Km di altezza due cilindri di massa diversa (appunto M1 ed M2)
Basta cercare in rete "esperimento MICROSCOPE" ad esempio quin dall'INAF
https://www.media.inaf.it/2022/09/15/il-test-piu-preciso-del-principio-di-equivalenza/È uno dei capisaldi della fisica: tutti i corpi in un campo gravitazionale, se nessun’altra forza agisce su di essi, cadono allo stesso modo, indipendente dalla loro massa o composizione. Un’idea sviluppata originariamente da Galileo alla fine del Cinquecento, questo concetto ha trovato la sua formulazione moderna nel principio di equivalenza debole di Albert Einstein, aspetto chiave della sua teoria della relatività generale, pubblicata nel 1915.
Testare questo principio sulla terra, però, ha una serie di limitazioni legate all’attività sismica e altre perturbazioni, ed è solo possibile fino a una parte su 1013 (ovvero una parte su dieci milioni di milioni). Così, nel 2016, il Centre national d’études spatiales (Cnes) francese ha lanciato, nel 2016, il satellite Microscope, per misurare, con precisione elevatissima, l’accelerazione di due corpi diversi in caduta libera nello spazio.
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Per testare questo principio fondamentale, Microscope misura il rapporto di Eötvös, che mette in relazione le accelerazioni di due oggetti in caduta libera con una precisione elevatissima – per l’appunto, una parte su 10^15. Il rapporto prende il nome dal fisico ungherese Loránd Eötvös, noto per aver costruito un pendolo, che porta anch’esso il suo nome, con cui mettere alla prova il principio di equivalenza ai primi del Novecento.
Il team di Microscope lo ha misurato monitorando l’accelerazione di due coppie di cilindri concentrici in orbita attorno alla Terra. In una delle coppie, entrambi i cilindri sono fatti dello stesso materiale, una lega dei metalli pesanti platino e rodio; nell’altra coppia, invece, il cilindro interno è sempre di platino-rodio, mentre quello esterno è fatto di una lega di metalli leggeri: titanio, alluminio e vanadio. L’esperimento utilizzava forze elettrostatiche per mantenere le coppie di cilindri nella stessa posizione l’una rispetto all’altra, cercando possibili differenze tra queste forze, indice di una differenza tra le accelerazioni delle due masse di prova.
Se la differenza fosse stata superiore alla precisione dell’esperimento, Microscope sarebbe stato in grado di rilevare una violazione del principio di equivalenza debole: ma non si è riscontrata alcuna differenza, stabilendo così i vincoli più rigidi mai ottenuti sul principio.
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